Quella tra il Pontefice e il presidente francese è la terza udienza privata in Vaticano dal 2018 a oggi: al centro dell'incontro la strategia e le azioni da mettere in campo per il cessate il fuoco
La guerra in Ucraina al centro del faccia a faccia tra Papa Francesco e il presidente francese Emmanuel Macron. Terza udienza privata in Vaticano tra i due dopo quelle del 2018 e del 2021. Un’ora di colloquio a porte chiuse sulla situazione che sta più a cuore a Bergoglio e per la quale si è speso tantissimo fin dall’inizio del conflitto, il 24 febbraio 2022. Alla vigilia dell’udienza con il Papa, il presidente francese è intervenuto all’annuale incontro interreligioso di preghiera per la pace organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, fondata da Andrea Riccardi e presieduta da Marco Impagliazzo. Evento che sarà concluso, il 25 ottobre, da Francesco: “Mi recherò al Colosseo a pregare per la pace in Ucraina e nel mondo, insieme ai rappresentanti delle Chiese e comunità cristiane e delle religioni mondiali, riuniti a Roma per l’incontro Il grido della pace. Vi invito ad unirvi spiritualmente a questa grande invocazione a Dio: la preghiera è la forza della pace. Preghiamo, continuiamo a pregare per l’Ucraina così martoriata”.
Al presidente francese il Papa ha donato una medaglia in bronzo incorniciata nel marmo raffigurante la Basilica di San Pietro e il colonnato di Gian Lorenzo Bernini, il messaggio per la Giornata mondiale della pace 2022, il documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune firmato ad Abu Dhabi nel 2019 con il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, e, inoltre, il volume commemorativo della Statio Orbis del 27 marzo 2020, la preghiera in piazza San Pietro per la fine della pandemia. Macron ha ricambiato con la prima edizione francese, datata 1796, dell’opera Per la pace perpetua di Immanuel Kant. Clima molto cordiale e, al momento dei saluti, la première dame Brigitte ha detto al Papa: “Prego per lei tutti i giorni”.
Dopo l’udienza con Bergoglio, l’inquilino dell’Eliseo ha incontrato il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, insieme al segretario per i rapporti con gli Stati e le organizzazioni internazionali, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher. “Nel corso dei cordiali colloqui in Segreteria di Stato – si legge in un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede – ci si è soffermati su questioni di carattere internazionale, a cominciare dal conflitto in Ucraina, con speciale riguardo per la situazione umanitaria. Particolare considerazione è stata dedicata anche alla regione del Caucaso, al Medio Oriente e all’Africa”.
Proprio intervenendo all’incontro della Comunità di Sant’Egidio, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Maria Zuppi, Macron ha anticipato il tema principale del colloquio con Francesco: “Non lasciamo che la pace oggi sia catturata dal potere russo. Oggi la pace non può essere la consacrazione della legge del più forte, né il cessate il fuoco che definirebbe uno stato di fatto”. E ha aggiunto: “Parliamo di pace, di questo grido della pace proprio nel momento in cui gli ucraini e le ucraine si battono per resistere, per difendere la loro dignità, per proteggere le loro frontiere e la loro sovranità”. Ma “la pace è possibile ed è quella che loro decideranno e che rispetterà i diritti del popolo sovrano”.
“Vogliamo – ha proseguito Macron – che sia il popolo ucraino a scegliere la pace, il momento e i termini della pace. Questo significa che c’è una prospettiva di pace. Esiste, esisterà la pace a un certo punto”. In quel momento “la pace si costruirà con l’altro, che è il nemico, intorno a un tavolo e la comunità internazionale sarà lì”. Il presidente francese, inoltre, ha sottolineato, che “nulla giustifica questa guerra, nulla spiega questa guerra, ma se cerchiamo di comprendere… io ce l’ho messa tutta per dialogare con il presidente Putin”, ma “la risposta di come siamo arrivati a questo punto io non la ho” e “non c’è nessuna risposta che possa giustificare, spiegare, legittimare alcunché”. Per Macron l’invasione russa dell’Ucraina è “frutto del nazionalismo esacerbato che si è nutrito dell’umiliazione scaturita dalla distruzione dell’impero sovietico”. La Russia, ha concluso il presidente francese, “si è isolata dal resto del mondo, si è convinta che c’erano delle minacce e che il resto del mondo avrebbe cercato di distruggerla”.