Si è presentato in Procura a Bolzano Avni Mecja, il marito di Alexandra Elena Mocanu, la donna rumena trovata morta ieri in casa sua nel capoluogo altoatesino. L’uomo sarebbe partito sabato per l’Albania, suo paese d’origine, per poi tornare indietro. Il corpo di Alexandra Elena Mocanu, rumena di 35 anni, era stato trovato ieri nella sua casa in viale Trieste 42. Per stabilire le cause del decesso si dovranno attendere i risultati dell’autopsia, che sarà effettuata nelle prossime ore. Secondo quanto ricostruito fin qui, l’omicidio risalirebbe a parecchie ore prima il ritrovamento, forse a sabato sera.
Le indagini della Procura e della polizia, coordinate dalla pm Claudia Andres, si sono subito concentrate sul marito della donna. Avni Mecja, 49enne cittadino albanese, avrebbe chiamato sabato il fratello per dirgli di dover scappare in quanto ricercato. Sarebbero stati proprio i parenti dell’uomo a dare l’allarme e raccontare della telefonata. Anche per chiarire quanto successo nelle ultime ore però, la Procura del capoluogo altoatesino ha invitato eventuali testimoni che avessero informazioni utili a rivolgersi alla polizia.
Quando si è diffusa la notizia, alcuni vicini hanno scritto sui social di aver sentito spesso litigare i due, a volte anche con urla da parte di lei. La coppia viveva al quinto piano di una palazzina non distante dal centro, e a quanto pare non aveva molte relazioni con gli altri condomini. Alexandra lavorava in un bar all’interno del centro commerciale Centrum, in via Galvani. Sul posto di lavoro pochi hanno voglia di commentare: Alexandra viene dipinta come una lavoratrice sempre disponibile e benvoluta. Nel frattempo, anche la politica locale si interroga sull’accaduto: “Oggi Bolzano è più triste. Dolore e rabbia. Un’altra donna uccisa. L’ennesimo inaccettabile femminicidio”, sottolinea l’assessora comunale alle Pari Opportunità Chiara Rabini. “Dobbiamo fare in modo che sia prima di tutto una battaglia condotta da noi uomini quella contro la violenza sulle donne. Senza il nostro aiuto, ogni sforzo non sarà mai adeguato”, fa eco l’assessore alle Politiche Sociali Juri Andriollo. Nel pomeriggio anche il sindaco Renzo Caramaschi ha parlato: “Non esiste alcun motivo emotivo o di crisi per togliere una vita. Non c’è alcun amore e alcun rispetto in questo comportamento. Mi auguro che il responsabile venga preso e abbia anche il tempo di pentirsi per questo orrore”, le sue parole.
(immagine d’archivio)