La comica torinese si è scagliata contro il disegno di legge depositato pochi giorni fa dall'ex ministro per chiedere il riconoscimento giuridico del feto. Se questo disegno passasse, complicherebbe l'applicabilità della legge sull'aborto dal momento che per qualsiasi interruzione di gravidanza sia la donna sia il medico potrebbero essere accusati di omicidio
Una nuova lettera di Luciana Littizzetto durante il programma Che tempo che fa. Questa volta il destinatario della missiva, durante il programma di Rai 3, è Maurizio Gasparri. Il motivo? Il disegno di legge depositato pochi giorni fa dall’ex ministro per chiedere il riconoscimento giuridico del feto. Se questo disegno passasse, complicherebbe l’applicabilità della legge sull’aborto dal momento che per qualsiasi interruzione di gravidanza sia la donna sia il medico potrebbero essere accusati di omicidio. La comica torinese, quindi, nella puntata andata in onda domenica 23 ottobre, si è rivolta al politico chiedendo di non toccare l’attuale legge 194 sull’aborto perché “non è tua, non è mia, non è di destra né di sinistra, la 194 è di tutte le donne”.
Con una serie di domande, la Littizzetto va al cuore della sua missiva: “Come posso sapere io come si sente una donna alla quale il medico ha detto che il bambino che sta crescendo dentro di lei dovrà vivere una vita intera di sofferenza? Come posso sapere io come si sente una ragazzetta di 15 anni che cercava amore e si è ritrovata mamma per errore?”. E ancora continua con le sue domande: “Come posso sapere io come si sente una donna sola, senza soldi, magari con altri figli che già non riesce a sfamare? E come posso sapere io come si sentono un sacco di altre donne che scelgono di non essere mamme per chissà quali motivi?”. Luciana Littizzetto a questi interrogativi non sa darsi una risposta. “Ma una cosa la so – continua – So che basta un attimo Gaspy per tornare indietro di anni e ricominciare con i ferri da calza. Quindi lo dirò forte e chiaro: la 194 non si deve toccare”.
La lettera a Maurizio Gasparri si conclude con un post scriptum che funge anche da proposta: “Perché non proponi di fare una sana educazione sessuale e sentimentale a scuola? Fatta bene, diretta, senza pruderie. In questo modo calerebbero non solo gli aborti, ma anche le malattie sessualmente trasmissibili, che colpiscono soprattutto i più giovani e sono davvero un problema”.