La diffusione del dato sul Pil era prevista per la scorsa settimana ma era stato rimandato a sorpresa. Diffuso anche il dato sulla produzione industriale a settembre è aumentata del 6,3% su base annua
Archiviato il congresso del partito comunista e assicurato a Xi Jinping il mandato a vita arriva l’atteso dato sul prodotto interno lordo cinese, rimandato senza spiegazioni la settimana scorsa. Relativo al terzo trimestre dell’anno, il risultato è migliore delle attese. L’economia è cresciuta del 3,9% rispetto allo stesso periodo del 2021 e dello 0,4% nel confronto con i tre mesi precedenti. Il bilancio dei primi 9 mesi dell’anno è però insoddisfacente se rapportato agli annunci di Pechino: la crescita è stata del 3%, ben lontana dal “circa 5,5%” governativo indicato a marzo. Ha pesato la politica “covid zero” con repenti e severi lockdown che hanno interessato varie aree del paese incluse città e zone ad alta intensità industriale. Le crescita è rallentata anche dalla grave crisi del settore immobiliare tuttora in atto. Oggi è stato diffuso anche il dato sulla produzione industriale a settembre è aumentata del 6,3% su base annua, anche in questo caso superando le attese di un rialzo del 4,5% e il dato del 4,2% di agosto. Nella serie di dati diffusi oggi ci sono anche le vendite al dettaglio, risultate ancora deboli: solo +2,5%, contro una previsione 3,3%, a testimonianza di una domanda interna ancora debole.
Sul fronte dei mercati esteri la Cina ha segnato in settembre un surplus commerciale di 84,74 miliardi di dollari a settembre, contro gli 80,3 miliardi attesi. L’export, secondo i dati diffusi delle Dogane sale del 5,7%, più delle previsioni, mentre l’import dello 0,3%, mancando le stime dell’1%. L’import cinese di petrolio dalla Russia è salito a settembre del 21,5% annuo, attestandosi a livelli di poco inferiori al principale fornitore che è l’Arabia Saudita, dato che le raffinerie indipendenti hanno acquistato greggio dalla Russia a un prezzo più basso a fronte di margini di raffinazione interni deboli. Le forniture dalla Russia, tra petrolio via oleodotti e spedizioni marittime, sono salite a 7,46 milioni di tonnellate (contro 7,53 milioni dall’Arabia Saudita), secondo le Dogane cinesi: si tratta di 1,82 milioni di barili al giorno, meno degli 1,96 milioni di agosto e del record di quasi 2 milioni di maggio.