Il cancelliere tedesco, in un'intervista a Repubblica, chiarisce la linea di Berlino di pieno sostegno a Kiev, ma allo stesso tempo precisa che quasi un terzo degli elettori tedeschi, indipendentemente dall'orientamento politico, non è favorevole né all'invio di armi né alle misure restrittive nei confronti di Mosca
La priorità è quella di non “arrivare a un conflitto diretto tra Russia e Nato“, anche se Berlino resta impegnata nel sostenere “al massimo l’Ucraina” anche col rifornimento di “armi molto importanti in questa guerra, artiglieria e difesa aerea” ma “nessuna azione unilaterale”. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in un’intervista su Repubblica, torna a parlare del conflitto ucraino e delle conseguenze anche sul piano del fabbisogno energetico. E per quanto nei giorni scorsi le ministre degli Esteri e della Difesa tedesche, Annalena Baerbock e Christine Lambrecht abbiano chiesto in una lettera inviata al ministro delle Finanze Christian Lindner di aumentare il budget di aiuti militari all’Ucraina di un altro miliardo e mezzo di euro per il prossimo anno, portando il totale a 2,2 miliardi, Scholz, in coda all’intervista, sottolinea: “La mia impressione, parlando con i cittadini, è che il 20-30 per cento di loro non condivida né la politica delle sanzioni, né la fornitura di armi. Vale – dice – per gli elettori di quasi tutti gli orientamenti politici”. E aggiunge che “molti pensano che la linea prudente del governo sia quella giusta” e che “il ventaglio di opinioni è quindi molto ampio. Dobbiamo tenerlo presente se vogliamo restare uniti come società”.
Il richiamo a una via alternativa a quella del riarmo era stato anche al centro dell’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso dall’evento di Sant’Egidio, “Il grido della pace”, che ieri a Roma ha riunito centinaia di leader di tutte le religioni. Mattarella ha sottolineato l’urgenza di “una pace che non ignori il diritto a difendersi e non distolga lo sguardo dal dovere di prestare soccorso a un popolo aggredito. In Ucraina, come altrove, occorre riannodare i fili dell’umanità che la guerra spezza: vite, famiglie, legami umani e sociali”. Per il capo dello Stato italiano “è anzitutto una sfida in Europa e per l’Europa”, motivo per cui l’Europa deve ricoprire un ruolo di “garante” perché “la sciagurata guerra mossa dalla Russia rappresenta una sfida diretta ai valori della pace”. L’idea di fare prevalere la diplomazia sulle armi è anche protagonista della manifestazione della pace prevista a Roma il prossimo 5 novembre, senza simboli di partito, per il cessate il fuoco e l’avvio dei negoziati
Il cancelliere tedesco, parlando dei rifornimenti militari a Kiev, spiega che Berlino nei giorni scorsi ha “consegnato l’Iris-T , il sistema di difesa area più moderno al mondo, che nemmeno il nostro esercito possiede” e sottolinea come la Germania abbia “garantito la consegna all’Ucraina di oltre 100 carrarmati che possono essere utilizzati immediatamente, provenienti da Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia, Grecia”. “La logistica, i pezzi di ricambio e le munizioni per questi carrarmati sono disponibili in Ucraina. Stiamo cercando di garantire rifornimenti anche da altri Paesi. Ma resta il fatto che la fornitura di armi è legata a un principio molto chiaro: nessuna azione unilaterale“, aggiunge, rispondendo a una domanda sui Leopard.
Quanto invece al gas russo, precisa: “Sapevo che andava bene usare il gas russo a basso costo, ma non potevamo permetterci di esserne dipendenti, bisognava attingere anche ad altre fonti di approvvigionamento“. “Dopo la nomina a cancelliere ho chiesto ai dipartimenti responsabili cosa avremmo fatto se dalla Russia non fosse più arrivato il gas. Purtroppo non esistevano piani – afferma – Il gas naturale non è il nostro futuro. La Germania sarà clima-neutrale entro il 2045″. “A quanto sappiamo oggi – conclude – supereremo l’inverno, ma esistono circostanze esterne su cui non abbiamo potere”.