ROSSO DIRETTO - Se in Nba la manifestazione funziona perché ha un seguito, un senso e una tradizione decennale, in Italia si trasformerebbe in un revival nostalgico dei tornei estivi Anni 90
Nord contro sud, stranieri contro italiani, oppure giovani contro vecchi. E ancora la gara di punizioni, la gara dei portieri, magari gli shootout da metà campo. Adesso la Serie A si è messa in testa che “vuò fà l’americana” e pensa di recuperare appeal con un All Star Game del pallone. Ma se in Nba la manifestazione funziona perché ha un seguito, un senso e una tradizione decennale, in Italia si trasformerebbe in una pagliacciata. Il nostro calcio, che ha problemi seri, avrebbe bisogno di soluzioni serie: infrastrutture e investimenti nelle giovanili, per citare le due carenze più evidenti.
Ultimamente invece la moda è guardare Oltreoceano, in particolare al basket, per tentare un’americanizzazione del calcio. Dimenticando che sono due sport completamente diversi, specialmente dal punto di vista della spettacolarità. Non è un giudizio di merito, ma un dato oggettivo: nel basket si segnano canestri ogni minuto, in una partita di calcio si vedono se va bene 3-4 gol a partita. Anche per questo un All Star Game non avrebbe senso: diventerebbe un revival nostalgico dei tornei estivi Anni 90, un Trofeo Birra Moretti trasmesso in 4K.
Eppure, questo è il dramma, ai vertice della Serie A c’è chi pensa che possa essere davvero una soluzione: “È un progetto che stiamo esaminando. Può aver senso per rimettere al centro il gioco e il divertimento. La prima obbiezione sono gli infortuni, ma può essere l’occasione per provare nuove regole come i cambi volanti stile basket”, ha detto il presidente della Lega calcio di Serie A, Lorenzo Casini, a La Politica nel Pallone su Gr Parlamento.
Per fortuna, quanto meno, Casini ha elencato anche tutta un’altra serie di iniziative che potrebbero portare a un vero rinnovamento: “La Lega Serie A sta lavorando ad un pacchetto di riforme, come la valorizzazione dei giovani. Per fine novembre contiamo di avere una serie di punti da portare alla discussione. Le idee riguardano l’ordinamento dei campionati, la lista dei 25 rispetto ai giovani che partecipano, la valorizzazione degli italiani nei campionati primavera, fino alle infrastrutture. C’è stata anche una proposta interessante di concentrare in una settimana le finali giovanili in un unico posto che creino anche un momento di aggregazione e valorizzazione delle categorie giovanili”, ha spiegato Casini. Queste sono proposte serie. Il problema? Se ne parla da anni, poi ciclicamente finiscono in un cassetto.