È mio compito non esprimere valutazioni politiche, ma soltanto la conformità alla Costituzione dei principi ai quali si esprime il nuovo governo.
Senza dubbio è un gran successo che, dopo 74 anni dall’entrata in vigore della Costituzione, il Presidente del Consiglio dei ministri sia finalmente una donna. Il che fa onore all’Italia, ed è pienamente conforme all’articolo 3 della Costituzione, secondo il quale: “tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso”, cui si collega l’articolo 54, il quale ripete che: “tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi”.
Giorgia Meloni si è comportata molto bene in questi primi due giorni di governo, e ha dato l’impressione di voler perseguire i suoi fini partendo dalla reale situazione politica nella quale ci troviamo. Si spiega in questi termini perché abbia dichiarato continuità col governo precedente, soprattutto in politica estera, nei rapporti con l’Europa, con la Nato e con gli Stati Uniti e di voler continuare la politica economica di Mario Draghi.
Anche la composizione del governo dimostra la sua volontà di mettersi nello stesso solco già percorso dai suoi predecessori, dando molto spazio ai seguaci di Berlusconi e assegnando ministeri di rilievo alla Lega.
Dal punto di vista dei preannunciati obiettivi e per esprimere un giudizio su di essi, ritengo che sia fuori tempo distinguere ancora tra destra e sinistra o estrema destra e estrema sinistra. A parte talune affermazioni non condivisibili sul fascismo e sugli immigrati, Meloni si è creata un proprio spazio nuovo, e direi anche da molti atteso nella politica italiana, restituendo valore alla patria, alla famiglia e al concetto di Nazione.
La Patria è sancita dall’articolo 52 della Costituzione, nel quale leggiamo che: “la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. Per quanto riguarda la famiglia ricordo che l’articolo 29 afferma che: “la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Per quanto riguarda la Nazione ricordo che l’articolo 9 della Costituzione parla del patrimonio artistico e storico della Nazione, che l’articolo 98 afferma che i pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione, che l’articolo 67 sancisce che ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.
Giudico pertanto fuori luogo, sconnesse e senza valore le parole di alcuni commentatori, i quali si sono avventati contro questo governo criticandolo per aver posto in primo piano i suddetti chiari e perenni valori che esistono da oltre 4mila anni e cioè da quando si è cominciato a parlare di civiltà. L’errore maggiore è consistito nel ritenere che questi valori appartengano solo alla destra e non anche a tutti i partiti realmente democratici.
I problemi che dovrà affrontare Meloni riguarderanno soprattutto la tutela della Nazione e della Patria nei confronti dell’Europa, nella quale l’Italia, come opportunamente è stato detto, è entrata come europea, mentre tutti gli altri Paesi membri sono entrati come Nazioni. Voglio dire che un’Europa unita, quantomeno allo stato attuale, non può diversamente esser concepita se non come una federazione di Stati nazionali, che perseguono gli interessi comuni di tutti, evitando – come ha fatto Draghi in Europa, attirandosi così le simpatie europeiste – di considerarci un Paese membro suddito degli altri Paesi europei come Germania, Francia e Olanda.
D’altro canto il terreno sul quale dovrà muoversi Meloni è quello dei rapporti economici con l’Europa. Ed è questo il punto assai difficile perché, per quanto mi risulta, non sembra che Meloni sia consapevole che la nostra distruzione economica dipende dall’affermazione del sistema economico predatorio neoliberista, che, con le sue privatizzazioni e liberalizzazioni, ha tolto alla proprietà pubblica demaniale del popolo le fonti di ricchezza nazionale indispensabili per assicurare la sopravvivenza della nostra comunità nazionale, specialmente in situazioni di emergenza come quella del Covid e quelle causate dalla guerra in Ucraina.
E d’altro canto mi sembra che non sia ben chiaro a Meloni che il lavoro potrà essere assicurato soltanto con un intervento diretto dello Stato nell’economia, escludendo del tutto le privatizzazioni e le concessioni di servizi pubblici essenziali, delle fonti di energia e delle situazioni di monopolio (art. 43 Cost.).