L’Alleanza fra Renault e Nissan sembra essere diventata una di quelle relazioni logore fra star del jet-set, in cui le parti sono costrette a fare buon viso a cattivo gioco per motivi di opportunità: sorrisi e abbracci dinanzi ai paparazzi e al pubblico, e magari panni sporchi da lavare rigorosamente in famiglia.
Tant’è vero che ora la sinergia franco-nipponica scricchiola sul principale pilastro su cui si regge: la condivisione della tecnologia. I giapponesi non vorrebbero più averla in comune coi francesi. Perlomeno non alle attuali condizioni di questo rapporto industriale fra giganti dell’automobile. Una situazione che mette in discussione il senso stesso della “convivenza” Renault-Nissan, già da mesi alle prese con una rinegoziazione di una partnership in pedi dal 1999.
Ciò che chiedono da Nissan, in soldoni, è che i rapporti con Renault siano più equilibrati e che i francesi abbiano un peso politico minore nelle decisioni strategiche dell’Alleanza. A Parigi, dal canto loro, non possono e non vogliono far allontanare Nissan, perché il meglio della “loro” tecnologia arriva da Yokohama: rinunciarvi significherebbe perdere in competitività. E magari, nel medio termine, essere costretti a bussare alla porta di Stellantis, forse l’unico Gruppo automotive che potrebbe inglobare Renault col benestare del Governo di Parigi (lo Stato francese possiede circa il 15% di Renault e desidera, ovviamente, che mantenga i suoi vantaggi industriali e tecnologici). Sembra “fantaindustria” ma lo è meno di quanto si pensi.
Perciò, per convincere i manager dagli occhi a mandorla, da Boulogne-Billancourt starebbero valutando il potenziale investimento di Nissan nel soggetto industriale autonomo specializzato in veicoli elettrici su cui sta lavorando Renault e che sarebbe scorporato da quest’ultima. Sul tavolo, dicono gli insiders, ci sarebbe persino la possibilità che Renault rivenda una parte della sua partecipazione del 43% in Nissan a Nissan medesima. Ciò sposterebbe il baricentro dell’Alleanza verso l’Asia, mettendo le due aziende su un piano di maggiore parità.
Come accennato pocanzi, ai francesi preme “l’apporto di Nissan in termini di proprietà intellettuale, ingegneri e progetti comuni”, si legge sulle colonne virtuali del sito specializzato Autonews. Tuttavia, dal punto di vista di Nissan, ciò cozza col fatto che, nel gioco delle partecipazioni incrociate, la multinazionale asiatica detenga solo il 15% di Renault; e per giunta senza diritti di voto. Ecco perché il controllo francese nell’Alleanza è diventato il principale argomento di contesa.
Specie ora che in Nissan stanno a capofitto sullo sviluppo delle batterie allo stato solido, che promettono di rivoluzionare il mondo delle auto elettriche ed essere la chiave di volta per la loro diffusione di massa. Una di quelle tecnologie che fanno “selezione evolutiva industriale”, stabilendo chi può sopravvivere e chi invece deve soccombere: con una Renault lanciata verso l’elettrificazione totale delle sue attività, perdere questo tipo di asset tecnologico significherebbe essere a rischio sopravvivenza. Per ora i diretti interessati mantengono le bocche cucite su questi rumors. Ma è solo questione di tempo prima che l’Alleanza venga quantomeno ricalibrata.