Era stato sconfitto nettamente, a settembre, dall’ormai ex premier britannica Liz Truss per la successione a Boris Johnson. Oggi, dopo il mese e mezzo disastroso della compagna di partito al 10 di Downing Street, Rishi Sunak riesce a farsi nominare nuovo leader dei Conservatori e di conseguenza si appresta a diventare anche il nuovo primo ministro del Regno Unito. Martedì mattina incontrerà re Carlo III, che gli darà l’incarico di formare il nuovo governo, e poi – verso le 11:35 ora locale, le 12:35 in Italia – dovrebbe pronunciare il suo primo discorso davanti al numero 10 di Downing Street. Una nomina che, salvo nuovi scossoni politici che hanno sconvolto i Tory, prima con le inchieste sul Party Gate che hanno travolto la squadra di Boris Johnson e successivamente con le politiche fiscali dell’ex ministra degli Esteri, che hanno provocato un terremoto finanziario oltre la Manica, dovrebbe ridare stabilità alla leadership conservatrice.
Sunak, 42 anni, rappresenta anche un precedente importante nella storia britannica: è il primo premier con radici familiari indiane e di fede induista. Già cancelliere dello Scacchiere (carica che corrisponde al ministro delle Finanze) sotto Boris Johnson, ha avuto la via spalancata dall’annuncio in extremis del ritiro della ministra Penny Mordaunt, unica rivale rimasta in corsa fino a oggi dopo la rinuncia di domenica di BoJo. A Mordaunt, che ha riconosciuto la sconfitta pochi minuti prima dell’annuncio, è stato comunque riservato un posto nel nuovo governo. La conservatrice era infatti in difficoltà a raggiungere il quorum di 100 endorsement fra i colleghi deputati che le avrebbe consentito di portare Sunak (capace di ottenere al contrario circa 200 nomination) al ballottaggio dinanzi alla base militante degli iscritti. Così, non le è rimasto che ammettere la sconfitta ritirandosi, spiegando che il regno e il partito si trovano di fronte a un tempo “senza precedenti”. E per questo si è impegnata a contribuire a riunire i Tory dietro il nuovo leader e a “lavorare insieme”. Perché “c’è molto da lavorare” per far uscire il Paese dalla crisi.
Tra i primi a congratularsi con Sunak c’è proprio la premier dimissionaria, che ha garantito “massimo sostegno” al collega di partito. Poco dopo, però, ha preso la parola il diretto interessato che parla già da premier: servono “stabilità e unità a fronte della profonda crisi che sta affrontando il Regno Unito”, ha detto nel corso di un intervento pubblico nella sede del Partito Conservatore a Londra. “Il Regno Unito è un grande Paese ma non c’è dubbio che dobbiamo affrontare una profonda sfida economica“, ha detto aggiungendo che la sua “priorità” sarà quella di riunire la nazione. Nel suo breve intervento, durato qualche minuto, ha anche affermato di essere “onorato” di fronte al “più grande privilegio della sua vita”. Inoltre ha sottolineato che questa opportunità gli dà modo di “contraccambiare” quanto ricevuto “dal Paese a cui devo molto”. Sunak ha poi garantito il proprio “impegno a servire il Paese con integrità e umiltà” per farlo uscire dalle “profonde difficoltà” del momento e per “attuare” il programma Tory nel rispetto di quanto promesso “al popolo britannico”. Sunak ha reso poi onore alla “dignità” personale dell’uscente Liz Truss, costretta ad affrontare una fase di crisi grave, come ieri aveva omaggiato Boris Johnson dopo la sua rinuncia.