Spagna e Francia hanno definitivamente detto addio al Midcat, il gasdotto che avrebbe dovuto connettere i due paesi attraversando i Pirenei. La notizia è arrivata con certa sorpresa lo scorso giovedì, durante il Consiglio europeo. Sorpresa sia per la decisione di abbandonare definitivamente il progetto, fermo dal 2019, sia perché c’è un’alternativa. Il presidente spagnolo, Pedro Sánchez, quello francese, Emmanuel Macron e il primo ministro portoghese, Antonio Costa, hanno infatti annunciato in un comunicato congiunto la decisione di optare per un nuovo gasdotto sottomarino. L’infrastruttura, lunga circa 350-400 chilometri, collegherà Barcellona con Marsiglia. Ribattezzato MarBar, sarà un “corridoio verde”, ovvero un’infrastruttura che trasporterà poi idrogeno verde, ma nella quale, in attesa di una transizione energetica, passerà gas naturale.
La decisione di presentarlo come corridoio verde è una scelta linguistica non casuale. Mentre il Midcat era stato concepito per trasportare gas, e sarebbe stato adattato per veicolare idrogeno verde in futuro, il BarMar nasce per trasportare questo vettore energetico. Un dettaglio che ha convinto definitivamente Macron. Negli ultimi mesi, la Spagna aveva fatto pressione sulla Francia e sui soci europei per recuperare il progetto del Midcat, già in parte costruito nella tratta spagnola, che avrebbe trasportato gas dalla penisola iberica –dove sono presenti sette rigassificatori– al resto d’Europa, in difficoltà dopo il taglio dei rifornimenti di idrocarburi provenienti dalla Russia.
Anche la Germania, il paese più colpito dalla crisi, aveva cercato di convincere Macron di portare a termine il progetto. La tensione tra questi due paesi si è intensificata nelle ultime settimane, dopo il no rotondo del presidente francese al progetto. Nessuno sforzo, infatti, è servito per resuscitare il Midcat, osteggiato dallo stesso Macron, dall’opinione pubblica francese e da diversi movimenti ecologisti, che lo consideravano troppo costoso, obsoleto e lontano da un modello energetico basato sul nucleare. Ora, però, esiste l’alternativa, e con un impatto ambientale più contenuto.
Il BarMar non risolverà la crisi energetica attuale, così come non lo avrebbe fatto il MidCat. La ministra spagnola della Transizione Ecologica, Teresa Ribera, ha stimato che per progettarlo e costruirlo ci vorranno tra cinque e sette anni, un periodo di tempo più lungo rispetto a quello necessario per la conclusione del Midcat. Anche il costo si stima sarà più elevato. Tuttavia, è possibile che venga finanziato dall’Unione Europea. “Visto il carattere europeo del progetto e l’interesse comune, la nostra intenzione è di presentarlo al bando di infrastrutture di interesse comunitario e che il finanziamento europeo copra la maggior parte del progetto”, ha affermato la ministra Ribera durante un’intervista a Catalunya Ràdio.
La decisione di collegare Barcellona a Marsiglia non è casuale. Il porto della capitale catalana alberga il principale stabilimento rigassificatore della penisola e il più grande serbatoio di stoccaggio di gas naturale liquefatto del paese. Anche Marsiglia si trova in una posizione strategica, per trasportare il gas e l’idrogeno al resto dei paesi europei, tra cui Germania e Italia. L’idrogeno verde, la chiave per il successo di questo progetto, è una fonte energetica pulita su cui l’Europa sta puntando per sostituire fino a 50 miliardi di metri cubi all’anno di gas russo. Il programma RePowerEU, infatti, prevede, forse un po’ ottimisticamente visto lo stato dell’arte, che nel 2030 verranno prodotti 10 milioni di tonnellate di idrogeno verde in Europa e che ne verranno importati altrettanti.
Con la costruzione del BarMar, la Spagna potrebbe assumere un ruolo strategico per il continente europeo e porre fine definitivamente all’isolamento energetico della penisola, che potrebbe diventare una via d’entrata dell’idrogeno verde proveniente dall’Africa e dall’America Latina. Insieme al Portogallo, il paese iberico punta anche a essere uno dei principali produttori di questa fonte energetica in Europa, grazie all’ampio potenziale di energie rinnovabili di cui dispone, necessarie per generarlo. Per ora, però, esiste solo l’annuncio. I tre mandatari si riuniranno il prossimo 9 dicembre ad Alicante (Valencia, Spagna) in occasione del vertice Euromed, dove daranno più dettagli sul progetto.