Parla del caso delle “spie francesi”, che hanno “pianificato come influenzare i sentimenti delle persone e come diffondere voci attraverso i media durante le proteste” per Mahsa Amini, la 22enne curda morta il 16 settembre dopo essere stata fermata dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto. Per Massoud Setayeshi, portavoce della magistratura iraniana, si tratta di un’indagine cruciale per la sicurezza nazionale e le inchieste di Teheran in questo ambito proseguiranno.
Da quando sono iniziate le proteste, oltre un mese fa, sono 9 gli stranieri arrestati in Iran, e tra loro c’è anche l’italiana Alessia Piperno. “Le spie francesi arrestate recentemente, con altri stranieri, sono accusate di ‘raduno e collusione contro la sicurezza nazionale’ e ‘spionaggio'”, ha detto Setayeshi, aggiungendo di avere “raccolto diverse informazioni di valore e strategiche dai detenuti stranieri che stiamo studiando. I servizi segreti occidentali – ha continuato – hanno sognato di poter creare insicurezza in Iran ma questo non succederà”. Setayeshi ha inoltre precisato che “sono stati effettuati nuovi arresti” e che le indagini avanzano rapidamente. Non ha però fornito dettagli sul numero delle persone arrestate o sulla loro nazionalità, ma ha specificato che altre informazioni saranno rese note non appena le indagini saranno terminate.
Sul caso, a inizio ottobre, la Francia si era pronunciata dopo la messa in onda di un video con “le presunte confessioni” di una coppia di cittadini francesi, Cecile Kohler e Jacques Paris, arrestati lo scorso maggio e “detenuti arbitrariamente” in Iran. Modalità, hanno dichiarato da Parigi, “degne dei processi farsa dei peggiori regimi dittatoriali”.
(immagini di archivio)