Governo Meloni? È un governo vecchio. E non è solo un governo vecchio per anagrafe, ma anche per idee e per lobby. Deve essere stato uno choc per quei 7 milioni e rotti di elettori di Fratelli d’Italia vedere che il primo atto del Consiglio dei Ministri del governo Meloni è la conferma di Cingolani in un altro ruolo. Cioè la conferma di uno dei peggiori del governo dei migliori“. Sono le parole pronunciate a “Otto e mezzo” (La7) dal direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio, che sull’ex ministro della Transizione Ecologica rincara: “Cingolani è uno che non ne ha azzeccata una sull’energia, un nemico acerrimo della transizione ecologica di cui avrebbe dovuto occuparsi, uno che si eccita a parlare di nucleare, persino di fossili e financo di carbone“.

Travaglio aggiunge: “In questo governo non c’è nessun afflato di cambiamento. Ma se non vogliono fare un cambiamento sulla transizione ecologica, lo facciano su qualcos’altro. Ma è possibile che la Meloni nella sua squadra non abbia un giovane da mettere a fare il ministro? È possibile che lascia tutti i giovani parcheggiati nel partito, mentre ritornano la Santanchè e Nordio, con 70 anni e passa e con le sue idee antidiluviane per cui i problemi in Italia sono il traffico d’influenze e l’abuso d’ufficio? Cioè stiamo parlando di roba vecchissima. Giorgetti – continua – era un ministro del governo Draghi contro cui la Meloni è stata l’unica all’opposizione. Adesso gli ha dato il principale potere: la cassa, il ministero dell’Economia. Ma a uno che ha votato la Meloni per cambiare questa roba qua non verrà voglia di scrivere a Palazzo Chigi per chiedere cosa ha votato a fare, se ritornano Giorgetti e Cingolani? Ma dov’è la svolta?“.

Il direttore del Fatto, infine, si sofferma sulle denominazioni diverse attribuite ad alcuni dicasteri: “Quello del Made in Italy mi fa ridere. Il merito? È insito nella scuola, io non ho mai visto un bambino a cui i genitori raccomandano di prendere 2 alle interrogazioni. In realtà, alcuni nuovi nomi dei ministeri denuncia la coscienza che ha la Meloni di non essere riuscita a cambiare niente a livello di facce. E quindi per dare ai suoi elettori la parvenza di un cambiamento ha modificato qualche parolina, ma è un segno di debolezza. E così adesso dovranno rifare la carta intestata dei ministeri”.

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