Se il trend di diffusione di Cerberus non rallenterà, la nuova sottovariante diventerà “il ceppo dominante tra novembre e l’inizio di dicembre”. Così ha ammonito il Ceinge di Napoli, che si sta concentrando sullo studio del sottolignaggio BQ.1.1. In questo momento il 35% dei casi di Covid in Francia, Inghilterra, Germania e Danimarca è causata da Cerberus, mentre in Italia la percentuale si ferma al 7%.
Così una nuova ondata di coronavirus potrebbe iniziare proprio dal prossimo novembre: per il centro studi “è ipotizzabile un trend di crescita della sottovariante Bq.1.1, con raddoppio a breve”. Gli effetti di Cerberus sugli ospedali non sono ancora conosciuti, per questo è necessario “essere cauti con la possibilità di affermare che non esistano più nuove ondate di infezioni da SARS-CoV-2”, hanno sottolineato gli esperti.
Le nuove sottovarianti di Omicron stanno prendendo sempre più piede. “Non è noto se sarà più trasmissibile o causerà una malattia più grave rispetto a Omicron BA.4 e BA.5”, ha spiegato il Ceinge di Napoli, che ha specificato: “Quello che però già si sa è che ha una capacità maggiore di sfuggire all’immunità conferita dalla vaccinazione o dall’infezione naturale, inclusa quella da Omicron, e di resistere agli anticorpi monoclonali attualmente disponibili”.
Anche per questo l’Oms Europa, attraverso il direttore regionale Hans Kluge, parla di un “promemoria amichevole: la pandemia non è finita” e “anche i giovani sono vulnerabili”. Attualmente “siamo in una posizione di gran lunga migliore, ma troppi rimangono non vaccinati. Fate le vaccinazioni Covid, inclusi i booster, e anche la vaccinazione antinfluenzale”, in vista della stagione fredda in cui i virus respiratori impazzano.