“Berlusconi? Un provvedimento come quello della Severino nei Paesi civili non è necessario, perché gli elettori non votano chi è in quelle condizioni. La tragedia italiana è che ci vuole un divieto normativo per impedire a chi è pregiudicato di accedere alle più alte cariche dello Stato. Uno che, ad esempio, non potrebbe fare il bidello può invece diventare parlamentare o ministro”. Così a “Dimartedì” (La7) Piercamillo Davigo, ex magistrato del pool di Mani pulite ora in pensione, commenta il curriculum giudiziario di Silvio Berlusconi.
Davigo dissente anche da alcune posizioni del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che più volte ha attaccato il ruolo dei pm e l’uso delle intercettazioni: “Io mi stupisco sempre di un’anomalia tutta italiana: ovunque, nel mondo occidentale, la destra vuole legge e ordine, mentre la sinistra è molto più blanda sul rispetto delle regole. In Italia è il contrario: abbiamo una destra che predica, anche se solo per alcuni soggetti, l’assoluta impunità. E questa è una cosa davvero stravagante”.
E chiosa: “Nordio, che pure dovrebbe sapere quello che afferma per essere stato magistrato, dice che in Italia si fanno intercettazioni quattro volte in più rispetto agli altri Paesi europei e molte di più che nei Paesi anglosassoni. Ma dice una cosa non vera, perché semplicemente l’Italia ha una norma costituzionale secondo cui tutte le limitazioni della libertà di comunicazione – conclude – devono essere adottate dall’autorità giudiziaria. Noi siamo l’unico Paese al mondo dove un magistrato deve autorizzare le intercettazioni dei servizi segreti, mentre all’estero di intercettazioni ne fanno molte di più che in Italia, ma le fa l’esecutivo”.