Margini più stretti contro gli inquinanti, a partire dalle polveri sottili, e diritto al risarcimento per cittadini e associazione in caso di violazione delle regole dell’Unione europea sulla qualità dell’aria. Sono i punti principali di novità all’interno delle proposte della Commissione Ue per ridurre lo smog, responsabile di 300mila morti all’anno in Europa. Secondo la bozza di direttiva, presentata a Bruxelles, il valore limite annuale dell’inquinante più nocivo, il particolato sottile PM2,5, deve essere abbassato dagli attuali 25 a 10 microgrammi per metro cubo, con l’obiettivo di ridurre del 75% la mortalità ad esso legata entro il 2030. L’ambizione della Commissione Ue è arrivare all’inquinamento zero al più tardi nel 2050. Previste anche disposizioni che consentono ai cittadini che subiscono danni alla salute a causa dell’inquinamento atmosferico di essere risarciti in caso di violazione delle norme Ue, e di essere rappresentati da organizzazioni non governative in azioni collettive per il risarcimento dei danni. La nuova direttiva fa parte del pacchetto “inquinamento zero” (zero pollution), con il rafforzamento delle regole contro l’inquinamento di aria e acqua.
“Se un cittadino non accetta le leggi cosa fanno le autorità? – si chiede il vice presidente Frans Timmermans – Lo accettano perché reputano che ci siano costi troppo alti per rispettarle? Io credo che chi viola le leggi va punito. Mi sembra logico dire ai nostri cittadini che se ci sono imprese che non rispettano le norme ci saranno conseguenze”. Per facilitare l’applicazione delle norme Ue sulla qualità dell’aria “vogliamo aiutare le autorità locali, e saremo al loro fianco” aggiunge Timmermans. Come? “Prevediamo procedure più facili per le autorità locali per imporre penalità a chi inquina e strumenti che permettano alle persone di fare ricorso alla giustizia” spiega il commissario Ue all’ambiente Virginijus Sinkevicius. La carente o mancata applicazione delle norme Ue sulla qualità dell’aria è alla base delle procedure d’infrazione nei confronti di numerosi Paesi europei, Italia inclusa. In particolare il nostro Paese è sotto infrazione per violazione dei limiti previsti dalla legislazione Ue sul particolato (PM10), particolato fine (PM2,5), e biossido di azoto (NO2).