I livelli nell’ atmosfera dei tre principali gas serra, ossia (anidride carbonica, metano e diossido di azoto) hanno raggiunto nuovi record nel 2021, secondo un nuovo rapporto della Organizzazione meteorologica mondiale. La concentrazione di Co2 è arrivata a 415,7 parti per milione (ppm), il metano a 1908 parti per miliardo (ppb) e il diossido di azoto a 334,5 parti per miliardo. I valori sono rispettivamente il 149%, il 262% e il 124% dei livelli pre-industriali. L’aumento della Co2 dal 2020 al 2021 è stato superiore all’aumento medio annuo degli ultimi 10 anni. Nel 2021 c’è stato il maggior aumento annuo della concentrazione di metano degli ultimi 40 anni.
Secondo l’Organizzazione delle nazioni unite, i piani dei governi per la riduzione delle emissioni di gas nocivi non sono sufficienti per evitare un’evoluzione “catastrofica” del riscaldamento globale. La traiettoria è quella di un aumento delle temperatura media tra i 2,1 e i 2,9 gradi centigradi entro fine secolo, quasi il doppio rispetto all’incremento di 1,5 gradi concordato con gli accordi di Parigi 2015 e considerata una soglia tollerabile. In uno scenario fosco una sola buona notizia: le emissioni dovrebbero smettere di aumentare dopo il 2030. Lo ha detto oggi il segretario esecutivo delle Nazioni Unite per il cambiamento climatico Simon Stiell.
Un allarme è arrivato oggi anche dall’ Agenzia europea dell’Ambiente (Aea) secondo cui per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030 nella lotta ai cambiamenti climatici gli sforzi devono più che raddoppiare. Si legge nell’ultimo rapporto dell’ sulle tendenze e le proiezioni per l’Europa. Nel 2021 le emissioni Ue hanno ripreso ad aumentare, si rileva nel documento, ma si sono attestate a un livello comunque inferiore al 2019. Mentre nel 2020 l’Ue e gli Stati membri hanno raggiunto i target fissati per il taglio delle emissioni, le rinnovabili e l’efficienza energetica. Il prossimo 6 novembre si aprirà in Egitto la Cop27, la Conferenza internazionale sul clima delle Nazioni unite. Molti osservatori temono un flop con un arretramento rispetto ai vaghi impegni assunti nella precedente conferenza di Londra. L’emergenza energetica innescata dalla guerra in Ucraina ha indotto molti paesi a riprendere l’utilizzo di fonti fortemente inquinanti come il carbone.