“Il suo governo si regge sui voti di un partito il cui leader ha mantenuto rapporti coi mafiosi”. Nel primo intervento in Senato da senatore M5s, l’ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato ha scelto di usare toni durissimi a proposito del programma di lotta antimafia dell’esecutivo Meloni. E ha espresso preoccupazione sulle intenzioni della leader Fdi di “voler mettere mano alla Costituzione” per portare il presidenzialismo anche in Italia. La premier ha replicato rivolgendosi direttamente al parlamentare dai banchi del governo: “A lei dovrei dire che mi dovrei stupire di un approccio così smaccatamente ideologico“, ha detto. “Ma mi stupisce fino a un certo punto perché l’effetto transfert che lei ha fatto tra neofascismo, stragi e sostenitori del presidenzialismo è emblematico del teorema di parte della magistratura, a cominciare dal depistaggio e dal primo giudizio sulla strage di via d’Amelio. E questo è tutto quello che ho da dire”.
Per la verità, quando è maturato il depistaggio delle indagini sulla strage di via d’Amelio, con le dichiarazioni del falso pentito Vincenzo Scarantino – e quindi tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000 – Scarpinato non era in servizio alla procura di Caltanissetta – competente delle indagini sulla morte di Paolo Borsellino – ma a Palermo. Sarà nominato procuratore generale di Caltanissetta solo nel giugno del 2010 e in quella veste, un anno dopo, ha poi dato avvio ai processi di revisione delle persone ingiustamente condannate per la strage proprio a causa delle false dichiarazioni di Scarantino.
Scarpinato, nel suo lungo intervento a Palazzo Madama, ha fatto una ricostruzione innanzitutto storica dei fatti in questione. E ha illustrato i motivi per cui teme i futuri interventi dell’esecutivo alla Carta. “Non bastano né le prese di distanze dal fascismo”, ha detto, “né la neo condiscendenza del presidente La Russa nel dichiarare chiusi i ponti con il passato per instaurare una nuova fase di riconciliazione nazionale”. Questa, per il senatore dei 5 stelle, “sarà possibile solo quando ci sarà verità sulle stragi del neofascismo e verranno esclusi dal vostro Pantheon taluni personaggi. Resta viva la preoccupazione sul vostro voler mettere mano alla Costituzione” con la riforma del “presidenzialismo che potrebbe rivelarsi una ritorsione autoritaria” che porterà “all’uomo solo al comando”. E ancora: “Quanto alla sua dichiarata intenzione di mantenere una linea di fermezza nella lotta contro la mafia, mi auguro che valga anche contro la mafia dei colletti bianchi, che va a braccetto con la corruzione. La mia perplessità si regge sul fatto che la vostra maggioranza si regge anche su una forza politica il cui leader ha mantenuto rapporti pluriennali coi mafiosi e che ha tra i suoi soci fondatori Marcello Dell’Ut..”. Il microfono di Scarpinato, però, si è spento proprio prima che l’ex magistrato finisse di pronunciare il cognome di Dell’Utri, condannato in via definitiva per concorso esterno: il senatore è stato interrotto dal presidente La Russa, che lo ha accusato di aver superato i due minuti previsti (in realtà erano un minuto e dieci secondi). A questo punto si è aperto un breve battibecco tra i due, con Scarpinato che ha polemizzato sulla “tagliola”, tanto che La Russa ha insistito affinché il senatore terminasse il suo intervento. “Vede, presidente”, ha detto Scarpinato, “noi siamo le nostre scelte, le scelte che compiamo, e lei da tempo ha scelto da che parte stare, non dalla parte degli ultimi”. Un intervento che ha raccolto gli applausi dai banchi M5s, ma anche da quelli Pd. Con evidente imbarazzo del centrodestra.
Subito dopo Scarpinato, tra le altre cose ex pm del processo a carico di Giulio Andreotti, ha preso l’avvocata dell’ex presidente del Consiglio indagato per mafia, Giulia Bongiorno. “Mai avrei immaginato 20 anni dopo di prendere la parola dopo il dottor Scarpinato “, ha detto la leghista cominciando il suo intervento e alludendo ai processi che li videro avversari in aula. Al termine della seduta, a criticare Scarpinato per le sue parole è poi stato il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: “Sconcertano le parole di Scarpinato al suo esordio in Senato”, ha detto. “Ed è motivo di riflessione il fatto che abbia ricoperto a lungo incarichi di vertice nella magistratura. Penso che sarà opportuno nel corso della legislatura ricordare in aula circostanze riguardanti anche Scarpinato. L’Italia dovrà riflettere su vicende che alcuni ignorano, taluni accantonano, ma alcuni di noi conoscono e avranno modo di illustrare all’aula e agli italiani”.