Il Tribunale di Milano ha assolto “perché il fatto non sussiste” Severino Antinori, ginecologo e discusso pioniere della fecondazione assistita, dalle accuse di violenze sessuali su due pazienti risalenti al dicembre 2015. Per altre imputazioni – che riguardavano sempre clienti della sua clinica e donatrici di ovuli – è stato dichiarato il non doversi procedere per difetto di querela, dopo la riqualificazione dei reati di furto aggravato e violenza privata in “esercizio arbitrario delle proprie ragioni” e di un’accusa di estorsione in tentata truffa. “Il calvario che ha subito il professor Antinori è stato il frutto di un’ingiustizia che l’ha travolto per un mero pregiudizio“, ha commentato l’avvocato Gabriele Maria Vitiello. “Antinori è un professionista serio, uno scienziato di levatura internazionale che ha dimostrato ancora una volta che gli uomini liberi sono più forti di qualsiasi abuso. Da oggi riscopriamo che lo Stato di diritto esiste”.

Nel novembre 2020 il ginecologo era stato condannato in via definitiva per aver prelevato, nella primavera del 2016, gli ovociti a una ragazza di 23 anni che aveva denunciato di essere stata immobilizzata, sedata e poi costretta a subire l’intervento (un caso diventato noto come “rapina di ovuli”). Poco dopo, accogliendo la richiesta dei difensori, il Tribunale di sorveglianza gli ha concesso di scontare la pena in detenzione domiciliare e non in carcere per motivi di salute. Nei mesi scorsi, il Tribunale milanese lo aveva già assolto dall’accusa di abusi sessuali nei confronti di un’infermiera. Il medico – spiega la difesa – è stato anche prosciolto e assolto in altri procedimenti da accuse di associazione per delinquere finalizzata al commercio di ovociti, di violenza privata e esercizio abusivo della professione.

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