“Soffro ancora lo stigma di un’accusa falsa: resterò per sempre la ‘ragazza che è stata accusata di omicidio‘”. Chi parla è Amanda Knox, divenuta tristemente famosa per l’assassinio di Meredith Kercher avvenuto a Perugia il 1° novembre del 2007. Sono passati quasi 15 anni da quella notte, quando in via della Pergola si consumò uno dei delitti più seguiti di sempre a livello mediatico. Per l’omicidio è stato condannato in via definitiva con rito abbreviato Rudy Guede, ma in primo grado furono condannati (e successivamente assolti) anche la Knox e Raffaele Sollecito.
Che cosa rimane di questa vicenda che ha fatto parlare non solo in Italia ma anche oltreoceano? Lo svela la stessa Amanda in un’intervista concessa a Oggi. Amanda, dopo quattro anni dietro le sbarre, è stata assolta definitivamente e ha ripreso la propria vita ben lontana dal Bel Paese. Ora è una donna di 35 anni, vive sull’isola di Vashon, nello Stato di Washington, insieme al marito Chris Robinson e la figlia di un anno, Eureka Muse. Con il consorte produce un podcast – Labyrinths – e fa attivismo per prevenire gli errori giudiziari e aiutare chi ne è vittima. Si può quindi dire che sia riuscita a trasformare la propria vicenda personale in qualcosa di utile agli altri. “Sono infinitamente grata di essere viva e di esser stata scagionata” spiega al settimanale, “ma niente potrà restituirmi i quattro anni trascorsi senza motivo in carcere, e niente potrà cancellare il trauma che è stato inflitto alla mia famiglia, ai miei amici e a me. Soffro ancora lo stigma di un’accusa falsa: resterò per sempre la ‘ragazza che è stata accusata di omicidio’”.
Nell’affrontare per l’ennesima volta la questione non risparmia parole piuttosto dure nei confronti di Rudy Guede: “Penso che, dopo 13 anni in galera, è probabile che Guede non sia più un pericolo per la società. Ma penso anche che il carcere non l’abbia rieducato. Una persona che continua ad accusare degli innocenti del delitto che lui stesso ha commesso, e che si rifiuta di concedere la verità a una famiglia devastata dal dolore (i Kercher, ndr), resta un criminale”. Non è la prima volta che la Knox si sbilancia sull’ivoriano. Lo scorso anno, nel commentare il fine pena di Guede, aveva dichiarato: “Rudy Guede, l’uomo che ha ucciso Meredith Kercher e mi ha accusato ingiustamente, è ora libero. Come pensate che debba sentirmi? […] Gli auguro solo una vera riabilitazione. Gli avvocati di Guede dicono che lui è su questa strada. Può darsi. Ma so una cosa: fintanto che lui rifiuta di ammettere i suoi crimini, di mostrare vero rammarico, io continuerò a sopportare ingiustamente la sua infamia, io continuerò ad essere ritenuta responsabile per il dolore dei Kercher, io continuerò ad essere diffamata perché non mostro rimorso per il crimine di Guede”.