Cose da fare e cose da non fare: il calcio è un po’ come la famiglia, ci sono le sue regole, anche in quello di provincia e forse soprattutto in quello. Regole che assurgono quasi a rituali: la proposta di crearla, una famiglia, ambito che di regole ne ha poche da queste parti, tipo quando si marca un centravanti e non bisogna farlo passare, non importa come, e poi la separazione dei rispettivi compiti, l’assenza di qualsivoglia tipo di violenza o minaccia (tipo non come quando si marca un centravanti ) o l’importanza di fare correttamente la raccolta differenziata.
LA PROPOSTA: CONSIGLI
Come detto sopra: tutto inizia dalla proposta. Non importa per che tipo di famiglia, non importa tra chi, non importa come: ma la proposta ci deve essere. E ha preso alla lettera il non importa come, non importa dove Aron Donnum, attaccante dello Standard Liegi, che ha chiesto la mano alla sua fidanzata…al termine della gara contro l’Anderlecht…che poco prima era stata sospesa per lancio di fumogeni e petardi. I tifosi si sono addolciti di fronte al gesto di Aron: magari come escamotage per la prossima rissa in terza categoria l’arbitro potrà costringere uno stopper a sposare il centravanti avversario. E’ un’idea.
FACCENDE DOMESTICHE: COME FARE
Tutto facile quando c’è la proposta, ma poi c’è la convivenza…e allora tocca essere bravi. A chi tocca portare il cane giù? Chi sparecchia? Chi lava i piatti? E chi fa la lavatrice? Un esempio virtuoso di divisione dei compiti potrebbe essere quello che ci arriva dagli amici della pagina Facebook Calcio – Ultimi romantici, con una foto che arriva dal campo di Bojano, Molise. Qui i magazzinieri dopo aver preparato la frutta per il prossimo allenamento si cimentano in una partita a scopa. La posta in palio? A chi tocca la lavatrice, appunto. Consiglio per Aron: se si ritroverà la maglia del Palermo al posto di quella dello Standard non dica nulla.
DIFFERENZIATA SI’
Altro elemento fondamentale, specie di questi tempi: la raccolta differenziata. Farla bene è fondamentale, altrimenti fioccano brutte figure ma anche multe, come accaduto alla squadra trentina del Mattarello Calcio, sanzionata di 300 euro: “Per aver lasciato lo spogliatoio arbitrale senza una regolare chiusura, il che ha permesso a qualcuno, non individuato, di entrare nello stesso, rovistare nel borsone arbitrale, asportandone il telefonino e nascondendolo nel bidone delle immondizie”. E così non va: il telefonino dell’arbitro non va nel bidone dell’immondizia, in particolare dopo una determinata partita di Champions League.
MINACCE E VIOLENZA NO
In alcun caso accettabile la violenza, ovviamente, e neppure le minacce, velate o meno. Fattore da spiegare a un tifoso in particolare del Barbaiana, Prima Categoria Lombardia, che ha fatto multare la sua squadra di 200 euro perché “propri sostenitori offendevano pesantemente e ripetutamente l’arbitro, alcuni di essi dalla tribuna cercavano di colpire il direttore di gara con sputi ed in particolare uno di essi minaccia il direttore di gara brandendo una cinghia”.