Dopo settant’anni di belligeranza, Libano e Israele hanno firmato un accordo storico per definire il loro confine marittimo e la conseguente spartizione delle risorse energetiche nel Mediterraneo orientale. L’intesa, favorita dalla mediazione degli Stati Uniti e firmata dal presidente della Repubblica libanese Michel Aoun, è stata annunciata il 27 ottobre in una conferenza stampa congiunta tra il vice presidente del parlamento libanese Elias Abou Saab e l’inviato speciale americano Amos Hochstein, giunto nella serata precedente a Beirut.

Il vice presidente del parlamento libanese ha precisato che la firma è stata posta solo su una prima parte dei documenti necessari a concludere il trattato. La seconda parte sarà firmata da delegati libanesi nella cerimonia prevista nel pomeriggio del 27 ottobre nella base Onu di Capo Naqura, lungo la Linea Blu di demarcazione tra i due Paesi. L’inviato Usa Hochstein presenzierà la cerimonia di scambio dei documenti. Le due delegazioni, israeliana e libanese, siederanno in due stanze distinte della base Onu e non si incontreranno, per evitare che questo accordo venga percepito come una normalizzazione politica e diplomatica tra due Paesi.

Ma nonostante questa specifica, la chiusura del trattato ha dato a Yair Lapid, premier israeliano, l’occasione per offrire al suo popolo una lettura politica dell’avvenimento: “Questo è un successo. Non tutti i giorni uno Stato nemico riconosce Israele, con un accordo scritto, di fronte alla comunità internazionale”. La dichiarazione, pronunciata in apertura della riunione di governo nella quale sarà firmata l’intesa, ha provocato subito la risposta della presidenza libanese: “L’accordo con Israele su confini marittimi e lo sfruttamento dei giacimenti di gas è puramente tecnico, senza alcuna dimensione politica”.

Anche Hasan Nasrallah, il leader degli Hezbollah libanesi anti-israeliani, ha di fatto approvato l’accordo con Israele. Il braccio di mare di alcune centinaia di chilometri quadrati al centro della contesa, sede di giacimenti di gas naturale, è sempre stato considerato da Hezbollah come un sito strategico da difendere. Per questo, in concomitanza con la cerimonia di Capo Naqura, il capo del Partito di Dio pronuncerà un discorso televisivo, trasmesso da una località sconosciuta per ragioni di sicurezza. Secondo quanto riportato da media locali, il leader della formazione politica armata avviserà lo stato ebraico: nel caso in cui l’accordo venga violato, ci saranno ritorsioni violente.

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