Circa 30mila euro in contanti sono stati ritrovati nell’appartamento del quartiere Pistoia di Catanzaro distrutto da un incendio nella notte tra il 21 e il 22 ottobre che ha provocato 3 vittime. Una quantificazione esatta, comunque, è difficile visto che il fuoco avrebbe bruciato parte del denaro. Non è chiaro, tra l’altro, dove le banconote fossero conservate, tanto da essere risparmiate in gran parte dal rogo che ha avvolto la casa al quinto piano di uno stabile Aterp di edilizia popolare. La notizia è trapelata da fonti vicine alle indagini che mirano ad accertare le cause delle fiamme nelle quali sono deceduti tre figli della famiglia che abitava l’appartamento.

Quale sia la rilevanza del ritrovamento dovrà stabilirlo il pm della Procura di Catanzaro Francesco Bordonali che coordina le indagini, condotte dai carabinieri, nelle quali allo stato si ipotizzano contro ignoti i reati di omicidio e incendio colposo. Al pm, nei giorni scorsi, si è rivolto anche uno dei legali della famiglia, che ha sollecitato una serie di accertamenti ulteriori, quali l’utilizzo del luminol per la ricerca di tracce organiche e la ricerca di tutte le chiavi dell’appartamento, sia quella della porta di ingresso – trovata chiusa a chiave – che delle porte interne, alcune delle quali, sarebbero state chiuse. L’intento, aveva spiegato il legale, è quello di battere tutte le piste e non lasciare nulla di intentato. L’avvocato ha anche chiesto l’analisi dei tabulati telefonici per capire quali movimenti siano stati fatti prima dell’incendio, se sia stato chiesto aiuto e a chi.

Intanto è emerso un primo dato dall’autopsia sui corpi dei tre fratelli Corasoniti, Saverio, 22 anni, affetto da autismo, Aldo (15) e Mattia (12 anni). I loro corpi erano integri e quindi la morte dovrebbe essere stata causata da asfissia. Un responso certo sulle cause del decesso potrà venire dal risultato delle analisi effettuate nel corso dell’esame autoptico. Restano in ospedale, intanto, sempre in gravi condizioni, il padre delle vittime, Vitaliano Corasoniti, di 42 anni, un altro figlio, il quattordicenne Antonello, rimasti intossicati, ricoverati nel reparto Rianimazione dell’ospedale di Catanzaro. La madre Rita Mazzei, portata nel Centro grandi ustionati di Bari, e una sorella, Zaira Mara, che si trova nel reparto di Rianimazione pediatrica dell’ospedale Santobono di Napoli.

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