Profitti da record per la compagnia petrolifera inglese Shell che ha chiuso il terzo trimestre dell’anno con utili per 9,5 miliardi di dollari (9,4 miliardi di euro), il doppio rispetto ad un anno fa e secondo risultato migliore di sempre dopo quello del periodo aprile-giugno 2022. Il risultato è al di sopra delle stime degli analisti che si attendevano guadagni per 9 miliardi. L’utile dei primi 9 mesi dell’anno supera i 30 miliardi di dollari. Dopo la diffusione dei dati i titoli della compagnia petrolifera privata più grande del mondo salgono del 3,4%. Il gruppo ha annunciato un piano di riacquisto di azioni proprie (buy back) da 4 miliardi di dollari nei prossimi tre mesi.

Queste operazioni hanno l’effetto di accrescere il valore dei titoli sul mercato e sono dunque una sorta di premio per gli azionisti. Non solo, poiché si riduce la quantità di azioni sul mercato, aumenta il cosiddetto Eps (earnings per share), ossia l’utile diviso per il numero delle azioni, indicatore a cui non di rado vengono parametrati bonus per il management. I principali azionisti della compagnia sono la banca centrale norvegese (con una quota del 2,4%), le società di gestione del risparmio Vanguard (1,8%), Blackrock (3,2%) e Wllington management (1%).

Da inizio 2022 la società ha già riacquistato azioni per 18,5 miliardi di dollari a fronte di una capitalizzazione (valore di borsa) di 192 miliardi. Il dividendo da pagare agli azionisti il prossimo marzo verrà inoltre alzato del 15%. I super guadagni sono stati favoriti dal mantenersi su valori insolitamente elevati del prezzo del petrolio e soprattutto del gas. Shell è il più grande commerciante al mondo di gas liquefatto (Gnl) i cui prezzi sono aumentati vertiginosamente a livello globale dopo l’invasione dell’Ucraina. I risultati di Shell sono destinati a ravvivare ulteriormente il dibattitto sulla tassazione degli extraprofitti delle compagnie energetiche per destinare il gettito a sostegno di cittadine e aziende colpite dal caro energia.

Risultati da stropicciarsi gli occhi anche per la francese Total energies. Nel solo terzo trimestre dell’anno gli incassi sono saliti a 9,9 miliardi di euro, il doppio di un anno fa ed oltre le attese degli analisti. La sola divisione gas registra utili operativi per 3,6 miliardi, oltre il triplo rispetto agli 1,1 miliardi dei tre mesi precedenti, il risultato è riconducibile all’incremento del 50% del prezzo del Gnl, il gas liquefatto, venduto per lo più in Europa.

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