Durante la sua replica di mercoledì al Senato, la presidente del Consiglio ha sostenuto che "la pace si ottiene sostenendo l’Ucraina". Finora nessun leader occidentale, compreso l'ex premier Draghi, aveva dichiarato che gli aiuti militari avessero un termine e lo scopo di arrivare a un negoziato. Che sia un lapsus, una speranza o un piano reale, al momento non è dato saperlo
“L’unica possibilità di favorire un negoziato è che ci sia un equilibrio tra le forze in campo”. Ha usato queste parole Giorgia Meloni durante la sua replica di mercoledì al Senato per sostenere il continuo invio di armi da parte dell’Italia a Kiev. Secondo la presidente del Consiglio, “la pace si ottiene sostenendo l’Ucraina, consentendogli di difendersi, è la geopolitica”. Per Meloni, quindi, l’unico modo per aprire una via diplomatica sarebbe continuare ad armare Kiev, fino a quando sul campo non arrivi ad avere la stessa forza militare della Russia: a quel punto, seguendo questo ragionamento, lo stallo nel conflitto renderebbe possibile il negoziato e il cessate il fuoco.
La premier Meloni ha espresso un auspicio oppure la sua affermazione è l’annuncio di una strategia che sta seguendo l’Italia e l’Occidente? Al momento l’unica certezza è che finora nessun leader europeo o americano, così come nemmeno l’ex premier Mario Draghi, aveva dichiarato che l’invio di armi servisse ad arrivare a un negoziato e avesse un termine ultimo, ovvero il pareggio delle forze in campo. Finora il sostegno militare è stato giustificato come un aiuto alla “legittima difesa” di Kiev, un concetto che peraltro è stato richiamato dalla stessa Meloni durante il suo intervento in Senato. L’obiettivo sembrava quindi essere la ritirata dei russi dai territori occupati, di fatto la sconfitta di Vladimir Putin.
Meloni invece con le sue parole sembra far intuire che dietro all’invio di armi ci sia un altro fine. Non è dato sapere se il suo sia stato un lapsus, una semplice speranza, oppure appunto la spiegazione di qual è il disegno strategico che sta dietro ai massici aiuti militari per l’Ucraina. Non è detto che possa essere una strategia vincente, ma di certo porrebbe un limite sia al sostegno per Kiev sia alla durata del conflitto. Se questo fosse il piano militare, infatti, l’invio di armi cesserebbe una volta raggiunta la parità delle forze sul campo. E a quel punto – sempre secondo questa strategia – si aprirebbe una finestra per un negoziato.
La presidente del Consiglio durante il suo intervento a Palazzo Madama ha aggiunto: “Penso e spero e lavoro per giungere a una pace giusta, ma dobbiamo capirci su come ci si arriva, non si fa sventolando bandiere arcobaleno nelle piazze“. Quel “come ci si arriva” sottolinea appunto la volontà del nuovo governo di continuare con l’invio di armi: “Se l’Italia si girasse dall’altra parte – ha aggiunto Meloni – il resto dell’occidente continuerebbe a mandare le armi, la sola Gran Bretagna manda più armi di tutto l’occidente. Cambierebbe quindi non l’esito della guerra, ma la nostra credibilità“, è stato il ragionamento della premier.