Nel terzo trimestre del 2022 il gruppo petrolifero italiano, partecipato al 30% dal ministero del Tesoro, ha messo a bilancio utili per 3,7 miliardi di euro contro gli 1,4 miliardi dello stesso periodo del 2021 (+ 161%). Questo nonostante il calo della produzione
Eni produce di meno (-12% di petrolio, – 2% gas) ma quasi triplica i profitti grazie alla corsa dei prezzi degli idrocarburi mantenuti su livelli in elevati dalla guerra in Ucraina. Nel terzo trimestre del 2022 il gruppo petrolifero italiano, partecipato al 30% dal ministero del Tesoro, ha messo a bilancio utili per 3,7 miliardi di euro contro gli 1,4 miliardi dello stesso periodo del 2021 (+ 161%). Nei primi 9 mesi dell’anno i guadagni sono addirittura quadruplicati passando da 2,6 a 10,8 miliardi di euro. Tra giugno e settembre la vendita di gas liquefatto ha generato profitti per quasi 1,1 miliardi di euro a fronte dei soli 50 milioni che avevano caratterizzato lo stesso periodo del 2021.
Nel terzo trimestre 2022, “nonostante la flessione del prezzo del petrolio e la rapida caduta dei margini di raffinazione, abbiamo continuato a generare risultati positivi grazie principalmente alla robusta performance dei nostri business internazionali”, ha affermato l’amministratore delegato del gruppo Claudio Descalzi commentando i conti del terzo trimestre. Nei primi 9 mesi dell’anno le attività italiane registrano una perdita di circa 1 miliardo a causa, spiega la società, dell’importo pagato per la cosiddetta tassa sugli extraprofitti che quest’anno costerà ad Eni 1,4 miliardi di euro, di cui una parte già versata.
“In un contesto di elevata volatilità e incertezza nei mercati Eni ha continuato ad assicurare gli approvvigionamenti energetici cruciali per le nostre economie, portando avanti al contempo il percorso di decarbonizzazione. Già dal prossimo inverno saremo in grado di rimpiazzare il 50% dei flussi di gas russo facendo leva sul nostro ampio e diversificato portafoglio riserve, sulle partnership di lungo termine con i Paesi produttori e sulla nostra crescente presenza nel business Gnl”, ha detto Descalzi.
Il cda di Eni ha deliberato di distribuire agli azionisti la seconda delle quattro tranche del dividendo 2022 di 0,22 euro (rispetto a un dividendo complessivo annuale pari a 0,88 euro) per ciascuna azione in circolazione alla data di stacco cedola del 21 novembre 2022 con messa in pagamento il 23 novembre. Sulla base “delle informazioni al momento disponibili, la valutazione del management sui possibili rischi e incertezze nello scenario e assumendo nessuna significativa interruzione nei flussi di gas dalla Russia”, Eni stima circa 750 milioni di boe (barili di petrolio equivalente) di nuove risorse esplorative attese nel 2022. Bilanci con profitti record sono stati presentati ieri anche dalla compagnia petrolifera inglese Shell e dalla francese Total.