I giornalisti di Repubblica sono in sciopero fino alle 19 di sabato per protesta contro il direttore Maurizio Molinari. Il quotidiano non sarà in edicola e il sito non verrà aggiornato. Una nota dell’assemblea esprime “incredulità e indignazione per le dichiarazioni del direttore che costituiscono una grave offesa all’intero corpo redazionale, di cui vengono sminuiti l’impegno e la professionalità”. Il riferimento è al fatto che “un sommario Piano di riorganizzazione editoriale viene raccontato in un’intervista a una rivista di settore (Prima comunicazione ndr) senza che sia mai stato presentato, nei suoi dettagli e nelle sue implicazioni, prima al cdr e poi alla redazione, come invece le corrette procedure sindacali imporrebbero. La richiesta al direttore di esporre in assemblea il suo Piano perché venga poi votato – che ribadiamo – è stata dunque ignorata“.
La nota continua spiegando che “questioni cruciali – come il nuovo modello di integrazione tra edizione cartacea e sito, come l’influenza dei trend d’interesse osservate in Rete sulle scelte editoriali – sono presentate in termini non convincenti. La loro esposizione – peraltro con modalità scorrette e irrituali – non risponde ai dubbi e alle inquietudini della redazione di Repubblica”.
Inoltre “l’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica si oppone categoricamente al trasferimento da Roma a Milano della redazione di Affari&Finanza. L’assemblea indice anche una giornata immediata di sciopero che investirà l’intero corpo redazionale e tutte le piattaforme informative, secondo le modalità decise dal Comitato di redazione. Le giornaliste e i giornalisti di Repubblica non firmeranno i loro contenuti editoriali di qualsiasi tipo e su qualsiasi piattaforma informativa fino a quando non riceveranno risposte concrete e convincenti, in assemblea e nelle sole sedi deputate al confronto”.
Il quotidiano acquistato tre anni fa da Gedi ha perso nell’ultimo anno e mezzo il giornale ha perso il 28% delle copie vendute in edicola e il 21% di quelle digitali non scontate. Già venerdì scorso i giornalisti avevano diffuso un comunicato in cui avvertivano: “Non c’è più tempo. I giornalisti di Repubblica sono stanchi di promesse vaghe su risultati che non arrivano. Gli incontri estivi non hanno aperto strade da intraprendere insieme. Eppure il momento storico è tale da richiedere impegni concreti immediati. Siamo determinati ad alzare il livello dello scontro in mancanza di risposte adeguate. Ne va della nostra reputazione ed è nell’interesse dei lettori che ci danno fiducia”.