Primo strappo tra la Lega per Salvini premier e il “Comitato nord“, la corrente autonomista lanciata all’indomani delle elezioni per iniziativa (apparente) di Umberto Bossi. Il tesoriere di via Bellerio, Giulio Centemero, non ha apprezzato il proselitismo interno portato avanti dalla nuova associazione – rappresentata dall’europarlamentare Angelo Ciocca e dall’ex deputato Paolo Grimoldi – probabilmente attraverso l’uso di mailing list e recapiti in possesso del partito. E ha informato il commissario lombardo Fabrizio Cecchetti di aver “provveduto a inviare diffida a cessare la promozione dell’associazione politica “Comitato Nord” nei confronti degli iscritti a Lega per Salvini premier e l’utilizzazione dei simboli e della denominazione del partito“. Aggiungendo di aver “depositato segnalazione presso il Garante della protezione dei dati personali per la violazione in opera da parte dell’associazione “comitato Nord” che sta procedendo a una raccolta dei dati personali degli iscritti di Lega per Salvini premier in violazione della normativa sulla privacy”.

“In quanto legale rappresentante”, conclude la lettera di Centemero a Cecchetti, “ti confermo la totale serenità di Lega per Salvini premier rispetto all’iniziativa in questione, promossa da soggetto giuridico distinto dal partito e nessun modo ad esso collegato”. In effetti finora il neo-ministro delle Infrastrutture non aveva mai dato segnali pubblici di insofferenza rispetto al Comitato, alimentando i sospetti dei nordisti esterni al partito, che non credono nell’iniziativa bossiana e vorrebbero riprendersi con un congresso la “vecchia” Lega Nord congelata dal 2019. “Era abbastanza prevedibile tutto ciò. Salvini e i suoi non hanno mai ammesso forme di dissenso organizzate. Per anni abbiano provato a costruire una corrente indipendentista all’interno della Lega Nord e non ci è mai stato permesso. Figuriamoci nel partito personale di Salvini”, dice ora all’AdnKronos il loro capo, l’ex deputato Gianni Fava. “Chi pensava di usare questo stratagemma per poter ottenere candidature alle regionali in Lombardia esce da questa storia con le ossa rotte”.

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