Il grande obiettivo e la soluzione ponte, un bando assoluto alla vendita di auto a combustione interna accompagnato da quello che molti prevedono come un ammorbidimento sostanziale alla prossima normativa Euro 7, destinata a regolare nel frattempo le emissioni auto benzina e diesel. Questo è lo scenario in cui arriva l’accordo tra Commissione, Parlamento europeo e Consiglio che conferma lo stop alle vetture con motorizzazione tradizionale a partire dal 2035.
Un passaggio sicuramente storico che segna gli indirizzi del più generale programma “Fit for 55” presentato il 14 luglio del 2021, e che ha come obiettivo la riduzione delle emissioni di CO2 nell’Unione, ovvero – 55% rispetto a quanto registrato nel 1990. L’auto è dunque protagonista del primo dei provvedimenti del pacchetto “Fit for 55“, quello che sicuramente farà più rumore. In attesa dell’approvazione finale e formale da parte del Parlamento europeo in seduta plenaria, prevista nei prossimi mesi, viene confermata in pieno la rotta che prevede entro il 2025 la discesa delle emissioni di CO2 per le auto del 55% rispetto ai livelli del 2021, del 50% nel caso dei veicoli commerciali leggeri.
L’orizzonte del 2035 obbliga invece all’azzeramento totale, lasciando spazio soltanto a veicoli elettrici, o alimentati ad idrogeno con sistemi Fuel Cell. L’accordo lascia evidentemente spazio anche allo sviluppo di efuel, cioè combustibili ricavati con impatto ambientale nullo, ma sul tavolo resta soprattutto la previsione di una eventuale revisione dell’intesa nel 2026, quando dovranno essere tenuti presenti gli effettivi avanzamenti delle tecnologie coinvolte nella diffusione di massa dell’auto elettrica, oltre naturalmente agli aspetti sociali di questa svolta. Inevitabile ricordare però come le nuove elezioni europee del 2024 possano modificare questi equilibri, costruiti per altro con notevoli equilibrismi.
La notizia dell’accordo tra le istituzioni comunitarie e la stessa volontà di concludere nella giornata del 27 ottobre, infatti, non possono non mettersi in relazione con la necessità urgente della Commissione europea di presentare la proposta della nuova normativa Euro 7, ormai in ritardo di 18 mesi sulla tabella di marcia, entro fine mese. Tocca a lei regolare il periodo transitorio fino al 2035 e dunque la quantità di emissioni concessa agli attuali motori a combustione interna. Indiscrezioni insistenti la raccontano come molto più permissiva rispetto alle previsioni, giusto viatico per le aziende produttrici ad una transizione indolore dal punto di vista economico, mettendo in conto però anche l’eventualità remota che nel 2026 si decida una frenata sull’elettrico dettata dalla crisi, dall’evidenza economica o semplicemente dalla scarsa domanda.