L'Italia insieme ad altri nove Paesi ha votato contro il Programma di Lavoro annuale 2023 per la promozione dei prodotti agricoli e alimentari proposto dalla Commissione, che prevedeva requisiti stringenti per il finanziamento di campagne Ue con carni rosse e derivati e alcolici. Per il presidente Coldiretti Ettore Prandini "la demonizzazione di questi prodotti coincide con la propaganda del passaggio a una dieta unica mondiale, dove il cibo sintetico si candida a sostituire quello naturale"
Il ministero delle Politiche agricole, oggi Mipaaf, cambia denominazione e si chiamerà Masaf: “ministero delle Politiche agricole della Sovranità alimentare e forestale”. Ad annunciarlo è il ministro Francesco Lollobrigida, alla sua prima uscita pubblica da ministro, a margine del ventennale del Centro Agroalimentare Romano. “Il decreto per la nuova denominazione non sarà in questo Cdm ma nel prossimo”, ha precisato l’ex capogruppo di FdI alla Camera.
Il ministro ha debuttato opponendosi alla proposta della Commissione europea del Programma di Lavoro annuale 2023 per la promozione dei prodotti agricoli e alimentari. Il comitato degli Stati membri che si è riunito venerdì a Bruxelles, visto il no dell’Italia e di altri 9 Paesi tra cui Francia, Olanda, Spagna e Polonia, non ha potuto approvare il programma, che per il 2023 vale circa 186 milioni di euro e stabilisce i criteri di selezioni per l’accesso ai fondi Ue per la promozione. Gli operatori del settore lamentavano la previsione di requisiti stringenti per il finanziamento di campagne Ue con carni rosse e derivati e alcolici. “All’Europa siamo andati a dire che non permettiamo di aggredire i nostri prodotti”, la spiegazione di Lollobrigida. “Questo settore è una centralità e lavoreremo in Europa, insieme alle altre nazioni europee, per valorizzare quella che è una ricchezza fondamentale per l’Italia. In Europa bisogna avere una postura diversa, bisogna fare fronte comune in difesa del nostro sistema agricolo. L’agricoltura deve porre al centro l’agricoltore, l’allevatore, il pastore e il consumatore finale, perché non è sufficiente produrre: bisogna produrre bene”.
“La politica di promozione dell’Ue deve continuare a sostenere tutti i prodotti agricoli dell’Unione – sostiene Luigi Scordamaglia, Consigliere Delegato di Filiera Italia – respingendo gli atteggiamenti discriminatori verso i prodotti a base di carne e le eccellenze dei settori vitivinicolo e della birra, che a pieno titolo sono inclusi nella dieta mediterranea”. Per il presidente Coldiretti Ettore Prandini “la demonizzazione di questi prodotti coincide con la propaganda del passaggio a una dieta unica mondiale, dove il cibo sintetico si candida a sostituire quello naturale”. Festeggia pure il settore della salumeria italiana e delle protezioni tutelate, con Assica (Associazione industriali delle Carni e dei Salumi) e Isit, Associazione Consorzi salumi Dop e Igp, che attendono il prossimo match quando “la Commissione sarà politicamente obbligata a presentare una nuova proposta, ragionevolmente smussata, nel prossimo mese di novembre”.