Dopo le esternazioni fatte durante un’assemblea dei deputati di Forza Italia, quando Berlusconi ha espresso giudizi su Volodymyr Zelensky e raccontato di regali e “lettere dolcissime” scambiati con Putin, e dopo che già a Porta a Porta, tre giorni prima delle elezioni, aveva usato toni molto più vicini a Mosca che a Kiev, facendo vacillare la posizione atlantista del centrodestra, il leader azzurro torna a parlare della guerra in Ucraina.

Nell’ultimo libro di Bruno Vespa, La grande tempesta, Berlusconi dice la sua sull’ipotesi di una trattiva di pace in Ucraina, raggiungibile, secondo lui “solo se a un certo punto l’Ucraina capisse di non poter più contare sulle armi e sugli aiuti e se, invece, l’Occidente promettesse di fornirle centinaia di miliardi di dollari per la ricostruzione delle sue città devastate dalla guerra”. Così, prosegue il leader di Forza Italia “Zelensky, forse, potrebbe accettare di sedersi al tavolo per una trattativa“.

Pur riconoscendo che “in questa situazione noi non possiamo che essere con l’Occidente nella difesa dei diritti di un Paese libero e democratico come l’Ucraina”, Berlusconi, spingendo per uno stop alle armi, torna a fare dichiarazioni ancora una volta in controtendenza rispetto al centrodestra e alla stessa linea di Giorgia Meloni. La premier, infatti, ha spiegato più volte che sull’atlantismo non transige e, come ha fatto sapere lo stesso Zelensky in un’intervista, ha assicurato al presidente ucraino “pieno sostegno contro l’aggressione russa” e di proseguire sulla linea tracciata da Mario Draghi. Ma anche in Senato la presidente del Consiglio ha sostenuto l’invio di armi a Kiev, sottolineando che “l’unica possibilità di favorire un negoziato” è che “ci sia un equilibrio tra le forze in campo”. Secondo la premier “la pace si ottiene sostenendo l’Ucraina, consentendogli di difendersi, è la geopolitica”.

Sullo stop alle armi, preferendo l’invio di massicci aiuti economici per la ricostruzione, Vespa, nel colloquio con Berlusconi, obietta che Putin dovrebbe almeno lasciare le due regioni (Kherson e Zaporizhzhia) occupate e annesse dopo le altre due del Donbass (Donetsk e Luhansk). Un’obiezione sulla quale Berlusconi sembra d’accordo, sottolineando però che non si dovrebbe mettere in discussione l’appartenenza della Crimea alla Federazione Russa e che si dovrebbe fare un nuovo referendum nel Donbass sotto il controllo dell’Occidente.

Convinto che Putin sia “un uomo di pace”, Berlusconi racconta ancora al giornalista di Porta a Porta che aveva provato a chiamare il leader russo due volte a inizio guerra e che dopo non ha più insistito. Le bottiglie di Lambrusco e di vodka, al centro di uno degli audio pubblicati da La Presse usciti dalla riunione dei forzisti, invece erano “uno scherzo”. Berlusconi racconta infatti che, dopo aver raccontato ai suoi deputati delle lettere di auguri, uno gli chiese se lui e Putin si fossero fatti dei regali e che lui rispose divertito: “Sì certo venti bottiglie di vodka e venti di lambrusco”. Ma tutti, spiega, avevano capito “che scherzavo”.

Alla domanda, infine, di Vespa se si senta più vicino all’America o alla Russia, Berlusconi ricorda che una delle cinque standing ovation riservategli dal Congresso degli Stati Uniti il 19 giugno 2011 fu quando raccontò del giuramento di fedeltà agli USA chiestogli dal padre quando dopo la maturità classica lo portò a visitare il cimitero militare americano di Anzio.

Insomma dichiarazioni contrastanti che, come quelle fatte durante l’assemblea di Forza Italia che hanno rischiato di far saltare la nomina di Antonio Tajani a ministro degli Esteri, potrebbero agitare il centrodestra, e che hanno già raccolto polemiche dalle opposizioni. Secondo Osvaldo Napoli della segreteria di Azione che ha chiesto “chiarimenti” a Meloni sulla linea di Forza Italia: “Berlusconi, fra una smentita e l’altra, continua a dare conferme incontrovertibili: per lui la pace è possibile se l’Occidente smette di fornire armi a Zelenski. Esattamente la posizione dei Cinquestelle e di di quanti vogliono la resa dell’Ucraina alla violenza di Vladimir Putin. Con le dichiarazioni raccolte da Vespa nel suo ultimo libro, Berlusconi si è tagliato i ponti alle spalle: addirittura chiede la ripetizione dei referendum, alla presenza di osservatori occidentali, in alcune delle regioni occupate dalle forze russe, come se quelle occupazioni potessero diventare legittime con un referendum”. E anche Benedetto Della Vedova di più Europa attacca: “Berlusconi oggi torna a ribadire che bisogna smettere di sostenere la difesa Ucraina per obbligare Zelensky a trattare (la resa). Per Berlusconi la pace è quella di Putin. Meloni e Tajani non possono più fare finta di nulla, sull’Ucraina la maggioranza non c’è“. Ma non solo. Per Pina Picierno, vicepresidente dem del Parlamento europeo, le esternazioni “umilianti e offensive verso l’Ucraina” di Berlusconi rischiano di “indebolire il nostro Paese, minando puntualmente la credibilità e l’affidabilità dell’Italia”. Per questo Meloni e Tajani dovrebbero “prendere subito le distanze dalle vergognose parole di Berlusconi”.

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