Celebrerà il 25 aprile? “Dipende. Certo non sfilerò nei cortei per come si svolgono oggi. Perché lì non si celebra una festa della libertà e della democrazia ma qualcosa di completamente diverso, appannaggio di una certa sinistra“. A dirlo è il presidente del Senato Ignazio La Russa in un’intervista alla Stampa. E il distinguo scatena reazioni indignate in particolare dal Pd: “Presidente La Russa, non “dipende”. Il 25 aprile lei lo deve celebrare perché senza quella data non siederebbe lì. Perché se avessero vinto i fascisti non avremmo le istituzioni che abbiamo, non avremmo la democrazia”, attacca la vicepresidente della Camera Anna Ascani. “La Russa eviti parole divisive. Il Paese ha bisogno di unità, soprattutto attorno ai suoi momenti fondativi”, dice la capogruppo a Montecitorio Debora Serracchiani, mentre quella al Senato Simona Malpezzi sottolinea: “Il presidente del Senato è la seconda carica dello Stato. Non lo dimentichi”.

Lui però puntualizza: “Alla presidente del gruppo Pd Malpezzi, che rispetto e di cui apprezzo l’onestà intellettuale, e a chi in queste ore mi sta attaccando, chiedo cortesemente di leggere non il titolo volutamente fuorviante de La Stampa ma il testo della mia intervista correttamente riportata dal giornalista Paolo Colonnello e correttamente ripresa da alcune agenzie in cui emerge chiaro il mio rispetto per la ricorrenza del 25 aprile, tanto da averlo celebrato da ministro della Difesa. La mia contrarietà è semmai solo al modo in cui finora si svolgono molti cortei che lungi dal celebrarlo, ne fanno una manifestazione appannaggio della sinistra. A chi strumentalmente si ferma a leggere il titolo errato e ignora le mie parole, dopo questa mia nota, sarò invece costretto a riservare, a differenza delle mie abitudini, una risposta nelle sedi più opportune a tutela del ruolo che ricopro. Da oggi ho dato mandato che questa sia la regola per chi traviserà parole e fatti che mi riguardano”, avverte.

Nell’intervista, alla domanda se anche lui – come dichiarato da Giorgia Meloni – non abbia mai avuto simpatie per il fascismo, La Russa risponde: “Non mi sono posto il problema, la mia scelta per la libertà e le democrazie è sempre stata totale“. E sul fatto di aver riconosciuto – nel discorso di insediamento – il 25 aprile tra le date fondanti della Repubblica dice: “Non c’è stato bisogno di coraggio ma semplicemente di memoria. Con Pinuccio Tatarella e Gianfranco Fini ho contribuito a scrivere le tesi di Fiuggi, ed era il 1995! Già allora riconoscemmo il valore della lotta per la Libertà. Con una importante annotazione che riguardava una parte di quella Resistenza, la parte comunista che non lottava per restituire all’Italia libertà e democrazia ma per un sistema certo non migliore di quanto era avvenuto col fascismo”. E rivendica: “Non ho avuto difficoltà come ministro della Difesa a portare una corona di fiori al monumento dei partigiani al Cimitero maggiore di Milano. E non era un atto dovuto“.

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