Sono i mezzi migliori in dotazione al nostro esercito quelli donati dall’Italia alla resistenza ucraina. Nell’edizione di domenica, Repubblica ha riportato i dettagli dei decreti del governo Draghi sull’invio di armi a Kiev, ancora coperti da segreto: ne viene fuori che a viaggiare verso est saranno esemplari dei sistemi bellici più potenti e moderni in assoluto, i semoventi Mlrs e Pzh2000. I primi, riferisce il quotidiano, sono la versione “aggiornata” dei lanciarazzi statunitensi Himars, diventati il simbolo della recente controffensiva ucraina: usa gli stessi razzi con guida gps e gittata di 70 chilometri, ma ne può lanciare 12 invece di 6. Il nostro Paese ne possiede in tutto 18 e ne donerà due, che si uniranno a quelli provenienti da Londra e Berlino. I Pzh 2000 sono invece obici semoventi di concezione tedesca, che possono colpire a 40 chilometri di distanza sparando fino a venti proiettili in tre minuti, il volume di fuoco di tre cannoni russi. L’Italia ne ha 68, di cui sei andranno in Ucraina aggiungendosi ai 15 regalati da Germania e Olanda. Verranno usati a Bakhmut, la città nella regione di Donetsk assediata dai russi dove si concentrano i combattimenti di questi giorni.
L’ultimo decreto del passato governo ha poi messo a disposizione sistemi più datati ma molto apprezzati dagli ucraini: gli obici semoventi M109L, cingolati corazzati con un cannone da 155 millimetri che impiega munizioni Nato. Negli ultimi anni della guerra fredda l’Italia ne ha prodotti centinaia, per poi toglierli dal servizio a partire dai primi anni Duemila. Ora tra i venti e i trenta esemplari – il numero esatto è ancora secretato – subiranno una revisione e andranno direttamente in prima linea. In primavera, invece, avevamo donato alle forze di Kiev alcuni sistemi più leggeri, gli obici Fh70 sempre da 155 millimetri, schierati nella controffensiva che ha riconquistato la regione di Kharkiv. Ancora, i fuoristrada blindati Lince sono stati usati dai reparti d’assalto aviotrasportati nell’offensiva per liberare Kherson e Zaporizhzhia. Infine ci sono i mortai da 120 millimetri (impiegati dai difensori durante l’assedio di Mariupol) e le mitragliatrici pesanti (da montare su jeep e pick up) e leggere. Il trasferimento dell’arsenale è stato gestito dal Covi, il Comando operativo di vertice interforze diretto dal generale Francesco Paolo Figliuolo, già commissario all’emergenza Covid.