Botta e risposta a “In onda” (La7) tra lo storico Luciano Canfora e Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Camera.
Il parlamentare spiega la politica del governo Meloni sulla questione migranti: necessità degli hotspot in Libia e aiuto per gli africani “a casa loro”.
Rampelli poi incorre in una gaffe: “Ricordo che l’unico blocco navale in Italia è stato fatto dal governo Prodi, quindi con la sinistra al governo, per respingere un’autentica invasione da dei cittadini albanesi verso le coste pugliesi”.
Canfora tenta di replicare, ma ha l’audio del microfono abbassato: in realtà, nell’agosto del 1991 c’era il governo Andreotti.


Rampelli sottolinea: “In Africa, soprattutto nella zona sub-sahariana, abbiamo popolazioni disperate e persone che non hanno la forza fisica di attraversare il deserto, né i soldi per pagare il pizzo ai trafficanti di uomini. Di queste persone regolarmente si dimentica tutta la pletora di gente animata da spirito apparentemente solidaristico – continua – Quelli che vengono da noi sono i più robusti, i più giovani, i più ricchi perché possono pagare il pizzo. Io penso che invece occorrerà occuparsi delle donne, dei bambini, dei disabili, degli anziani, di tutti coloro che non hanno la possibilità di venire qui”.
Canfora commenta: “Ero molto divertito dalla teoria dell’onorevole Rampelli, e cioè siccome al di là della zona costiera del Nord Africa c’è una situazione gravissima di disagio umano, allora è meglio che tutti quanti cadano in questa Geenna, anche quelli che potrebbero salvarsi. Mi pare una forma di egualitarismo macabro per risolvere il problema dei migranti. Mi colpisce anche che si parli di una questione così seria in questi termini”.

Lo storico ricorda poi che nel discorso di Meloni alla Camera non c’è stato nessun accenno all’accordo di Dublino, cavallo di battaglia di Fratelli d’Italia e della Lega: “Siccome evidentemente adesso la regola è quella di non disturbare l’eroica Ue per le vicende belliche e non so per quali altri motivi, allora non si parla più dell’accordo di Dublino, che penalizza pesantemente i Paesi di prima accoglienza e che rappresenta una questione vitale. Giuseppe Conte giorni fa ha parlato di questo governo come di un Draghi bis. È evidentemente una esagerazione- conclude – ma indubbiamente c’è un problema. Ci sono i cancelli fondamentali, cioè la politica estera che si fa nella Nato sotto la guida americana e la politica economica che si fa a Bruxelles e a Francoforte. Quei cancelli varranno per tutti i governi futuri. Invece su tematiche molto sollecitanti e solleticanti per un certo elettorato, come appunto quella sui migranti, ci si sfoga, perché quella è una zona franca”.

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