“Io consigliere di Giuseppe Conte? Mi stupisco della domanda, la considero veramente di bassissimo livello. Non ci sarebbe nulla di male, ma si vedrebbe. Queste dietrologie sono roba di serie B”. Così, a “In Onda” (La7), l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema risponde alla giornalista Concita De Gregorio, spiegando: “Io ogni tanto dialogo con Conte, è una persona garbata che mi telefona come tanti altri di cui non sono consigliere. Renzi? No, con lui non parlo, ma io dialogo con chi mi cerca. Con Letta non ho dialogato nell’ultimo periodo, ma parlo con parecchi esponenti del Pd”.
D’Alema poi commenta le ultime elezioni politiche: “Qui ci sono tre forze politiche di centrodestra che sono state divise durante tutta l’ultima legislatura. Si sono presentate insieme alle elezioni e le hanno vinte. Ci sono poi tre forze politiche che hanno governato insieme nel governo Conte Due e, secondo me, non male – continua – perché quel governo ha affrontato la pandemia in modo efficace e ha rappresentato degnamente l’Italia in Europa. Dopo aver governato insieme l’Italia, si son presentate divise alle elezioni. Questo è un qualcosa che merita una spiegazione. Non a me, ma all’elettorato, perché è chiaramente un fatto sconcertante“.
D’Alema puntualizza: “Questi tre partiti che hanno sostenuto il governo Conte Due hanno raccolto un milione e 600mila voti in più di quelli presi da coloro che oggi governano l’Italia. La cosa sconcertante è che il Pd ha fatto di tutto per sciogliere l’ambiguità del M5s e portarlo in un campo progressista. E lo ha fatto pagando un prezzo – conclude – cioè sostenendo Giuseppe Conte. Nel momento in cui il M5s lo ha fatto, il Pd ha rotto l’alleanza. Ricordo che la Meloni ha ostacolato il governo Draghi, eppure nessuna l’ha messa al bando per questo. Quindi, c’è qualcosa di abbastanza incomprensibile”.