Aumentano di oltre il 35% in nove mesi le denunce di infortunio sul lavoro. L’Inail ha reso noti i dati relativi al periodo gennaio-settembre 2022: sono stati segnalati 536.002 incidenti. Si registra un incremento del 14,4% anche rispetto al 2019, l’anno precedente la pandemia. Le morti sono invece in calo del 13,2%: in tutto nei primi 9 mesi sono state 790. La diminuzione è da attribuire soprattutto al calo osservato nel quadrimestre gennaio-aprile, mentre tra maggio e settembre c’è stato un incremento dell’8,6%. L’Istituto ha sottolineato come l’aumento degli infortuni sia nel complesso legato all’incremento dei contagi da covid-19, oltre a quello degli incidenti tradizionali.

L’aumento generalizzato di infortuni sul lavoro è dato da un incremento sia dei casi avvenuti durante il lavoro, sia di quelli in itinere, cioè durante il tragitto di andata e ritorno da casa: rispettivamente un amento del 37,5% e del 20,5%. Tra tutti i settori quello dove c’è stato un incremento maggiore è la sanità e assistenza sociale, dove si registra un +132,3%. Segue il traporto e magazzinaggio (+112,8%), l’amministrazione pubblica (+67,6%) e il settore dell’alloggio e della ristorazione (+65,4%).

Calano le denunce di decessi avvenuti in occasione di lavoro (da 731 a 574 per il notevole minor peso delle morti da Covid-19) mentre quelli in itinere aumentano da 179 a 216. Il calo ha riguardato soprattutto l’Industria e servizi (da 767 a 668 denunce).

L’aumento di infortuni sul lavoro è trasversale in tutto il Paese, seppur con un aumento leggermente maggiore al sud dove si registra un +48,9%, mentre nelle isole e al nord ovest la percentuale si attesta rispettivamente al +45,2% e +42,2%. A guidare la classifica delle regioni con più denunce di infortuni c’è la Campania: +89,7%. L’aumento degli infortuni rispetto al 2021, evidenzia l’Inail, è legato soprattutto alla componente femminile che registra un +57,9%, con un totale di 222.638 denunce. Sono di più anche le patologie di origine professionale denunciate, 43.933, cioè un incremento dell’8,6%. L’Inail segnala che per un’analisi più indicativa è necessario attendere maggior tempo, anche per tenere conto di ritardi nelle denunce di infortunio, soprattutto di quelle con esito mortale e da contagio da coronavirus.

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