Dall’inizio del 2022 il prezzo del rame è sceso del 30%. L’economia globale rallenta e il metallo rosso è quello che più direttamente e velocemente risente della congiuntura economica. Soprattutto l’industria cinese delle costruzioni, una sorta di idrovora ed altre materie prime, è in crisi e la domanda scende. Eppure le scorte di rame si stanno assottigliando in modo che inizia a preoccupare gli operatori. Oggi ammontano a 4,9 giorni di consumo globale e a fine anno potrebbero essere scese a 2,7 giorni ben al di sotto della media storica. Il gigante minerario Bhp afferma che potrebbe iniziare a crearsi un persistente e significativo squilibrio tra il rame disponibile e la domanda e gli analisti di Trafigura, uno dei più grandi trader di materie prime al mondo, non escludono un imminente rimbalzo dei prezzi. Secondo il gruppo statale cileno Codelco, che estrae ogni anno 1,5 milioni di tonnellate di rame, i compratori di rame sono talmente preoccupati da future penurie di metallo che stanno iniziando a chiedere contratti con durate molto più lunghe del normale per garantirsi consegne da qui a tre o cinque anni. Abitualmente i contratti non superano l’anno.
Da cosa derivano queste preoccupazioni? Dal fatto che il consumo di rame per tutto ciò che ha a che fare con transizione energetica, auto elettriche e fonti rinnovabili è gigantesco. In una turbina eolica da 3 MW si trovano ad esempio quasi 5 tonnellate di rame. Se installata in mare diventano più del doppio. Per gli impianti fotovoltaici l’impiego di rame è di circa una tonnellata per ogni megawatt. Gli Stati Uniti, che vogliono portare la loro capacità di generazione fotovoltaica a 262 GW entro il 2027, per farlo avranno bisogno di quasi un milione di tonnellate di rame aggiuntive in 5 anni, a fronte di un consumo globale di 25 milioni di tonnellate. Come per qualsiasi metallo o idrocarburo più se ne estrae più diventa difficile e costoso farlo poiché i giacimenti più profittevoli e facili da lavorare sono i primi che vengono utilizzati. Il rame si trova per lo più in Cile e in Perù ed estrarlo richiede tanta, tanta energia prodotta con….combustibili fossili. Non solo gli impianti di trivellazione consumano ingenti quantitativi di gasolio ma i camion, giganteschi, che trasportano il materiale “succhiano” galloni con voracità spaventosa.
Economia & Lobby
L’enigma del rame, in calo del 30% da inizio anno. Ma gli operatori temono un’imminente carenza di metallo rosso
Il consumo di rame è destinato a crescere molto con l'accelerazione della transizione verso le energie pulite. Secondo il gruppo statale cileno Codelco, che estrae ogni anno 1,5 milioni di tonnellate di rame, i compratori di rame sono talmente preoccupati da future penurie di metallo che stanno iniziando a chiedere contratti con durate molto più lunghe del normale
Dall’inizio del 2022 il prezzo del rame è sceso del 30%. L’economia globale rallenta e il metallo rosso è quello che più direttamente e velocemente risente della congiuntura economica. Soprattutto l’industria cinese delle costruzioni, una sorta di idrovora ed altre materie prime, è in crisi e la domanda scende. Eppure le scorte di rame si stanno assottigliando in modo che inizia a preoccupare gli operatori. Oggi ammontano a 4,9 giorni di consumo globale e a fine anno potrebbero essere scese a 2,7 giorni ben al di sotto della media storica. Il gigante minerario Bhp afferma che potrebbe iniziare a crearsi un persistente e significativo squilibrio tra il rame disponibile e la domanda e gli analisti di Trafigura, uno dei più grandi trader di materie prime al mondo, non escludono un imminente rimbalzo dei prezzi. Secondo il gruppo statale cileno Codelco, che estrae ogni anno 1,5 milioni di tonnellate di rame, i compratori di rame sono talmente preoccupati da future penurie di metallo che stanno iniziando a chiedere contratti con durate molto più lunghe del normale per garantirsi consegne da qui a tre o cinque anni. Abitualmente i contratti non superano l’anno.
Da cosa derivano queste preoccupazioni? Dal fatto che il consumo di rame per tutto ciò che ha a che fare con transizione energetica, auto elettriche e fonti rinnovabili è gigantesco. In una turbina eolica da 3 MW si trovano ad esempio quasi 5 tonnellate di rame. Se installata in mare diventano più del doppio. Per gli impianti fotovoltaici l’impiego di rame è di circa una tonnellata per ogni megawatt. Gli Stati Uniti, che vogliono portare la loro capacità di generazione fotovoltaica a 262 GW entro il 2027, per farlo avranno bisogno di quasi un milione di tonnellate di rame aggiuntive in 5 anni, a fronte di un consumo globale di 25 milioni di tonnellate. Come per qualsiasi metallo o idrocarburo più se ne estrae più diventa difficile e costoso farlo poiché i giacimenti più profittevoli e facili da lavorare sono i primi che vengono utilizzati. Il rame si trova per lo più in Cile e in Perù ed estrarlo richiede tanta, tanta energia prodotta con….combustibili fossili. Non solo gli impianti di trivellazione consumano ingenti quantitativi di gasolio ma i camion, giganteschi, che trasportano il materiale “succhiano” galloni con voracità spaventosa.
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Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "È quello che abbiamo chiesto. Ma capire è una parola inutile. Io non capisco niente e chi ci capisce è bravo. Si chiede, si fa e si combatte per ottenere rispetto. Capire no, mi spiace. Magari, capire qualcosa mi piacerebbe". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi ai cronisti che le chiedono se la giornalista potrà avere altre visite da parte dell'ambasciata.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - Nella telefonata di ieri "avrei preferito notizie più rassicuranti da parte sua e invece le domande che ho fatto... glielo ho chiesto io, non me lo stava dicendo, le ho chiesto se ha un cuscino pulito su cui appoggiare la testa e mi ha detto 'mamma, non ho un cuscino, né un materasso'". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "No, dopo ieri nessun'altra telefonata". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, ai cronisti dopo l'incontro a palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni. "Le telefonate non sono frequenti. E' stata la seconda dopo la prima in cui mi ha detto che era stata arrestata, poi c'è stato l'incontro con l'ambasciatrice, ieri è stato proprio un regalo inaspettato. Arrivano così inaspettate" le telefonate "quando vogliono loro. Quindi io sono lì solo ad aspettare".
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Questo incontro mi ha fatto bene, mi ha aiutato, avevo bisogno di guardarsi negli occhi, anche tra mamme, su cose di questo genere...". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, lasciando palazzo Chigi dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Cerca di essere un soldato Cecilia, cerco di esserlo io. Però le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni, che non ha compiuto nulla, devono essere quelle che non la possano segnare per tutta la vita". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi.
"Poi se pensiamo a giorni o altro... io rispetto i tempi che mi diranno, ma le condizioni devono essere quelle di non segnare una ragazza che è solo un'eccellenza italiana, non lo sono solo il vino e i cotechini". Le hanno detto qualcosa sui tempi? "Qualche cosa - ha risposto -, ma cose molto generiche, su cui adesso certo attendo notizie più precise".
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "La prima cosa sono condizioni più dignitose di vita carceraria e poi decisioni importanti e di forza del nostro Paese per ragionare sul rientro in Italia, di cui io non piango, non frigno e non chiedo tempi, perché sono realtà molto particolari". Lo ha detto Elisabetta Vernoni, mamma di Cecilia Sala, dopo l'incontro a palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni.
Roma, 2 gen. (Adnkronos) - "Adesso, assolutamente, le condizioni carcerarie di mia figlia". Lo dice Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi ai cronisti che le chiedono quali siano le sua maggiori preoccupazioni. "Lì non esistono le celle singole, esistono le celle di detenzione per i detenuti comuni e poi le celle di punizione, diciamo, e lei è in una di queste evidentemente: se uno dorme per terra, fa pensare che sia così...".