Un milione e mezzo di euro da George Soros a + Europa per fare “un listone antifascista“. È l’accusa lanciata da Carlo Calenda nei confronti dei suoi ex alleati. “George Soros ha sovvenzionato con un milione e mezzo di euro +Europa“, dice il leader di Azione a Bruno Vespa, che lo riporta nel suo ultimo libro. S’intitola “La grande tempesta. Mussolini, la guerra civile. Putin, il ricatto nucleare. La Nazione di Giorgia Meloni“, come tutti i libri del conduttore di Porta a Porta è edito da Mondadori-Rai libri, e uscirà venerdì 4 novembre.

Con Vespa Calenda torna agli infuocati giorni della doppia rottura: quella col Pd di Enrico Letta e quella con gli ormai ex alleati di +Europa. “Dico a Letta che non può firmare due patti contraddittori (con Azione e con Verdi/Sinistra italiana); salta l’agenda Draghi, diventa un Letta contro Meloni. Vedo che Della Vedova è totalmente schierato con il Pd. D’altra parte ne conosco le ragioni, non ultima quella che il finanziere George Soros ha sovvenzionato con un milione e mezzo di euro +Europa ponendo come condizione imprescindibile che si facesse un listone antifascista. Me lo disse ripetutamente Della Vedova prima della rottura”, racconta l’ex ministro, secondo le anticipazioni del libro di Vespa che sono state pubblicate da Libero e da La Verità.

Dunque la donazione del finanziere sarebbe stata legata alla creazione di una listone antifascista. Nel caso di +Europa non si può certo parlare di un “listone” visto che se la lista è rimasta sotto il 3 percento e non è riuscita a eleggere neanche la leader Emma Bonino. Sempre nel libro di Letta, però, è contenuta la smentita di Benedetto Della Vedova, segretario nazionale di +Europa, che dice di non aver “ricevuto contributi da Soros, che altrimenti sarebbero già stati pubblicati“, cioè rendicontati. A ricevere fondi, invece, secondo Della Vedova sono stati “alcuni candidati di +Europa“, i quali “hanno ricevuto un contributo diretto da parte di George Soros per le spese della campagna elettorale“. Per il segretario di +Europa, dunque, è tutto regolare: “Il filantropo di origini ungheresi da tempo condivide e sostiene i nostri valori europeisti e le nostre battaglie per i diritti umani e lo Stato di diritto. Siamo orgogliosi che alcuni nostri candidati abbiano chiesto e ricevuto il suo sostegno, certamente disinteressato”.

I rapporti tra Soros e Emma Bonino, leader di + Europa e dei Radicali, sono da anni di pubblico dominio. Libero racconta di come nel 2004 l’allora eurodeputata ricevette dal finanziere d’origine ungherese un premio promosso dalla sua Open Society Institute. Sempre nel 2004, prosegue il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, Soros prestò alla Lista Bonino due milioni di euro per la campagna elettorale per le Europee. Nel 2006 era arrivato un altro prestito da un milione e mezzo usato sempre per pagare le spese della campagna elettorale. Denaro che secondo i radicali è stato sempre restituito.

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