Prima il ministro dell’Economia, poi la premier. Che fissa anche una data: venerdì 4 novembre. È questo il giorno previsto per i “primi provvedimenti sull’energia” del governo Meloni. Per provare a rispettare una delle promesse della campagna elettorale: l’urgenza di proteggere le famiglie e le imprese dal rialzo delle bollette e del carrello della spesa. Ma anche l’impegno a continuare nei prossimi anni a ridurre deficit e debito. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, al suo debutto pubblico, ha tracciato la direzione verso cui si sta muovendo il nuovo governo. Un percorso che si snoda in una fase di “crescente incertezza”, ma anche dettato da un calendario serrato, che deve portare ad approvare la manovra entro l’anno, pena l’esercizio provvisorio. Una vera e propria “corsa contro il tempo”, ha ammesso la premier Giorgia Meloni, che non intende perdere tempo: si parte venerdì 4 novembre con un nuovo Cdm che avrà sul tavolo l’integrazione della Nadef e anche “alcuni primi provvedimenti sull’energia”.
Nel suo intervento alla Giornata mondiale del risparmio, Giorgetti, che ha fatto ricorso all’”esempio dei migliori” citando più volte Luigi Einaudi (dal “senso della parsimonia” in momenti di “scarsità e incertezza” alla “buona pratica del risparmio” che è essa stessa “generatrice di ricchezza”), è tornato a ribadire la priorità, in questo momento di “emergenze gravi del presente”, di tutelare famiglie e imprese. La strada, ha spiegato, è da una parte proteggere “la dignità e l’operosità dei cittadini e non la logica del debito e del sussidio” e dall’altra aiutare le imprese non solo assicurando “disponibilità di liquidità”, ma anche che questa sia accessibile a condizioni “il più possibile vantaggiose”. Ma il nuovo governo è anche “orientato a confermare il proprio impegno – nei prossimi anni – a ridurre il deficit della P.a. e il rapporto debito/Pil”, ha assicurato Giorgetti, che nel giorno in cui l’Istat ha certificato un Pil superiore alle previsioni nel terzo trimestre, ha indicato nel Pnrr una lente attraverso cui guardare “con ottimismo” alle prospettive di crescita.
Le ultime stime sul Pil, che portano il dato acquisito sul 2022 vicino al 4%, consentono ora al governo di definire uno dei tasselli cruciali per costruire la prossima legge di bilancio: la Nadef, che va aggiornata con il quadro programmatico ma che, alla luce della stima preliminare sul Pil, cambierà anche nel quadro tendenziale, quello che si registra come ‘base’ a politiche invariate. Il documento dovrebbe fissare l’asticella del deficit al 4,5% (dal 3,4% del dato tendenziale), consentendo così uno spazio di manovra per il 2023 di circa 21 miliardi, che però a questo punto potrebbero anche essere di più. Il conto complessivo della legge di bilancio potrebbe alla fine salire fino a circa 40 miliardi, con possibili entrate dalla modifica della norma sugli extraprofitti o dalla revisione del superbonus, ma anche dalla rivisitazione del reddito di cittadinanza.
Altri fondi potrebbero arrivare anche da una nuova web green tax su chi fa consegne di e-commerce con veicoli inquinanti, che al momento però è solo una proposta. A disposizione dovrebbero esserci poi i circa 4 miliardi di fondi di coesione che l’Ue ha autorizzato ad usare per l’emergenza energia. E se i tre quarti delle risorse saranno drenati dalle misure sull’energia, il resto sarà usato tra l’altro per le pensioni (c’è da superare lo scalone), per dare almeno continuità al taglio di due punti del cuneo fiscale, ampliare la platea dell’Iva al 5% (probabile rientrino i prodotti per l’infanzia), estendere la flat tax. Con la manovra arriverà anche l’innalzamento del limite del contante, che dovrebbe essere portato a 5mila euro dagli attuali 2mila. E mentre il cantiere della manovra prende corpo, si lavora anche al primo vero provvedimento economico di questo esecutivo, che sarà il nuovo decreto con gli aiuti per aiutare famiglie e imprese contro il caro-energia: il dossier, che potrebbe essere aperto già nel prossimo cdm di venerdì – ha annunciato la premier – dovrebbe contenere la proroga fino a fine anno del credito di imposta per le imprese energivore e lo sconto benzina. Ma tra le ipotesi ci sono anche nuovi aiuti per alcune fasce di reddito oltre ad una moratoria di 6 mesi per chi non riesce a pagare le bollette.