Il testo rivolto alla società è firmato da diversi giornalisti, tra i quali Gad Lerner, dal comico e attore Giacomo Poretti, dall'architetto Stefano Boeri e da altre personalità di spicco del mondo nerazzurro
“Crediamo che la misura sia colma“. Dopo quanto accaduto sabato in Curva Nord, i tifosi vip dell’Inter hanno deciso di scrivere una lettera alla società per denunciare il malessere dell’intero popolo nerazzurro. Un intero settore sgomberato dagli ultras, anche con la forza, dopo la morte di uno dei loro capi, Vittorio Boiocchi, è un’immagine che lede “il nostro tempio laico”, così nel testo viene definito lo stadio San Siro. La lettera è firmata da diversi giornalisti, tra i quali Gad Lerner, dal comico e attore Giacomo Poretti, dall’architetto Stefano Boeri e da altre personalità di spicco del mondo nerazzurro. Chiede al club di non lasciare “alcuno spazio a coloro che nel nostro amato San Siro intravedono occasioni di profitto personale e inaccettabile sopruso“. Ma sottolinea anche quanto sta emergendo dalle indagini, chiedendo di chiudere le porte del Meazza “a coloro che, disprezzando il significato stesso del tifo da stadio, anche quello più benevolmente “estremo”, si nascondono dietro il calcio per coprire traffici loschi, illegali, criminali e, a volte, lo sappiamo, ricattando le proprietà e i dirigenti delle squadre di calcio”.
Il contenuto della lettera
Siamo un gruppo di interisti appassionati e follemente innamorati che anni fa – grazie ad una delle tante chat neroazzurre- ha cominciato a scambiarsi commenti, gioie, imprecazioni attorno alla vita sempre imprevedibile e pazza di una squadra che come ben sapete non rappresenta solo una città, ma un intero universo di memorie private e di storie collettive. Siamo “interisti” di origini, culture politiche, fedi diverse, veniamo da tutte la parti d’Italia e d’Europa per sedere per due ore nei settori più diversi di San Siro, il nostro tempio laico. Per questo, per questa nostra passione e per quella che tramandiamo ai nostri figli e nipoti, crediamo che la misura sia colma e che non debba essere lasciato alcuno spazio a coloro che nel nostro amato San Siro intravedono occasioni di profitto personale e inaccettabile sopruso; a coloro che, disprezzando il significato stesso del tifo da stadio, anche quello più benevolmente “estremo”, si nascondono dietro il calcio per coprire traffici loschi, illegali, criminali e, a volte, lo sappiamo, ricattando le proprietà e i dirigenti delle squadre di calcio. Riteniamo che l’impegno, doveroso, delle Società di Calcio in questa lotta di civiltà, costituisca anche l’unica strada per raggiungere un futuro in cui gli stadi siano frequentati come “casa comune” in cui continuare a gioire e sognare grazie ai colori delle nostre squadre. Tutti insieme, a partire dalla società, le istituzioni ed ognuno dei tifosi, facciamo sentire la nostra voce per non consentire strumentalizzazioni criminali e violente a San Siro. Certi del vostro massimo sforzo per isolare e prevenire ogni tentazione violenta a San Siro, e sicuri di un vostro cenno di riscontro, porgiamo riverenti e neroazzurri saluti.
I firmati della lettera sono, in ordine alfabetico per cognome, Sergio Abrignani, Riccardo Ammoscato, Umberto Angelini, Luca Beltramo, Ivan Berni, Enrico Bertolino, Stefano Boeri, Cecio Bonomo, Emanuele Bortolotti, Salvatore Loris Brignone, Carlo Capasa, Adolfo Ceretti, Federico Ferrari, Mam Gagliani, Paolo Ghezzi, Massimo Grassi, Paolo Inghilleri, Gad Lerner, Paolo Maggioni, Gianni Maimeri, Bruno Mandalari, Stefano Mirti, Andrea Munari, Mario Nava, Michele Novaga, Francesco Orsi, Stefano Peccatori, Giacomo Poretti, Santo Rullo, Sergio Scalpelli, Romeo Scapin, Simone Riccardo, Trebino Manlio e Alberto Zucchi.