Il colpo giudiziario alla mafia dei pascoli che faceva incetta di soldi pubblici è arrivato. Più di 600 anni di reclusione per 91 condanne, 16 aziende confiscate, oltre diversi risarcimenti, tra cui quello all’unico imprenditore che ha denunciato, e una serie di interdizioni. L’aggravante mafiosa è stata però esclusa per uno dei due filoni del processo, mantenendo solo per metà l’impostazione dell’accusa. È questo l’esito di primo grado del processo alla mafia dei pascoli.
La sentenza del tribunale di Patti è arrivata poco dopo le 23 di lunedì 31 ottobre, quando il presidente Ugo Scavuzzo ha letto per più di un’ora le condanne.
Così si è conclusa la prima tranche di un maxi processo che vedeva alla sbarra due delle più note famiglie mafiose dei Nebrodi, dopo un anno e mezzo dall’inizio del processo.
Le truffe all’Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura, ci sono state, ma l’aggravante dell’associazione mafiosa è stata riconosciuta solo per le truffe di una delle due famiglie nebroidee. Per il resto, secondo il tribunale, si è trattato di associazione semplice. Mentre le richieste della procura di Messina, fino a poche settimane fa guidata da Maurizio De Lucia, erano state di quasi mille anni di reclusione per 101 imputati.
Il processo, iniziato il 2 marzo del 2021, è arrivato a sentenza dopo che i giudici si erano ritirati in camera di consiglio lo scorso 24 ottobre, dando tre date papabili per l’uscita della sentenza: 28 ottobre, 31 ottobre o 2 novembre. È arrivata infine il 31, dopo quindi una settimana, la decisione dei giudici che hanno confermato, anche se non totalmente, l’impianto accusatorio della Direzione distrettuale antimafia di Messina. L’accusa aveva chiuso la requisitoria lo scorso 15 luglio. Il procuratore aggiunto, Vito Di Giorgio, i sostituti Antonio Carchietti, Francesco Lo Gerfo, Fabrizio Monaco e Francesco Massara avevano chiesto condanne più pesanti e avevano contestualmente presentato una memoria di 2460 pagine, ripercorrendo i fatti sin dall’inizio delle indagini.
Due le indagini separate su cui si è concentrata la procura, una condotta dai Carabinieri della sezione Anticrimine di Messina e da quelli del Nac di Salerno, che si è concentrata sul gruppo criminale dei Batanesi, e l’altra dal Gico della guardia di finanza di Messina che ha riguardato il gruppo dei Bontempo Scavo. Entrambi i gruppi, secondo la procura, facevano parte di un’unica organizzazione mafiosa, quella dei “tortoriciani”, nome tratto da Tortorici, il piccolo paese inerpicato sulla cima dei Nebrodi. I due gruppi, secondo la tesi dei pm, erano connessi tra loro proprio nelle truffe ai danni della Comunità europea. Perché, secondo quanto scrive la procura nella memoria, “la vecchia mafia rurale si è evoluta”. Ovvero, la “mafia dei pascoli” ha modificato sostanzialmente il suo raggio d’azione. Così, accanto alle più classiche attività di estorsione, comunque mantenute, si è andato espandendo l’interesse per il grande business derivante dalle truffe ai danni dell’Unione europea. “Una mafia dei pascoli moderna“, a servizio di “un meccanismo che in Sicilia ha inquinato – hanno scritto i pm – l’intero sistema di assegnazione e compravendita dei terreni”.
Secondo quanto deciso ieri dai giudici in primo grado, la truffa nei confronti dell’Unione europea c’è dunque stata, e c’è stata l’aggravante mafiosa ma solo per uno dei due gruppi individuati dall’accusa. L’associazione mafiosa è infatti contestata ai “Batanesi”, ma non ai “Bontempo Scavo”. Tra le condanne più pesanti quella inflitta a Sebastiano Bontempo, detto “U Biondinu”, condannato a 25 anni e 7 mesi di reclusione, e quella di Vincenzo Giordano Galati, detto “Lupin”, condannato a 21 anni e 8 mesi. Mentre la pena maggiore va a Salvatore Aurelio Faranda, condannato a 30 anni, ma senza l’aggravante mafiosa. Sono questi i nomi di spicco che guidavano le due branche delle truffe ai fondi europei avvenute dal 2012 fino ad oggi.
“Su quella parte di territorio della provincia di Messina le truffe hanno costituito la principale fonte di arricchimento sia del gruppo mafioso dei Batanesi sia del gruppo dei Bontempo Scavo, ma teniamo conto che è solo la sentenza di primo grado e che è una sentenza complessa che va letta con attenzione”, così ha commentato Di Giorgio al termine della lettura. In aula anche Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi, attuale presidente della fondazione Caponnetto: “È un momento importante perché questo Paese ha bisogno di risposte – ha sottolineato -. Da questa esperienza esce la risposta di un territorio che ha fatto il proprio dovere. Abbiamo superato il silenzio e tentato di far capire che i fondi europei per l’agricoltura dovevano andare alle persone per bene e non ai mafiosi, ai delinquenti, ai capimafia”.
Mafie
Mafia dei pascoli, 91 condanne e oltre 6 secoli di carcere al maxiprocesso dei Nebrodi per le truffe ai danni dell’Unione europea
L'aggravante mafiosa è stata però esclusa per uno dei due filoni del processo, mantenendo solo per metà l'impostazione dell'accusa. La decisione dei giudici è arrivata dopo sette giorni di camera di consiglio
Il colpo giudiziario alla mafia dei pascoli che faceva incetta di soldi pubblici è arrivato. Più di 600 anni di reclusione per 91 condanne, 16 aziende confiscate, oltre diversi risarcimenti, tra cui quello all’unico imprenditore che ha denunciato, e una serie di interdizioni. L’aggravante mafiosa è stata però esclusa per uno dei due filoni del processo, mantenendo solo per metà l’impostazione dell’accusa. È questo l’esito di primo grado del processo alla mafia dei pascoli.
La sentenza del tribunale di Patti è arrivata poco dopo le 23 di lunedì 31 ottobre, quando il presidente Ugo Scavuzzo ha letto per più di un’ora le condanne.
Così si è conclusa la prima tranche di un maxi processo che vedeva alla sbarra due delle più note famiglie mafiose dei Nebrodi, dopo un anno e mezzo dall’inizio del processo.
Le truffe all’Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura, ci sono state, ma l’aggravante dell’associazione mafiosa è stata riconosciuta solo per le truffe di una delle due famiglie nebroidee. Per il resto, secondo il tribunale, si è trattato di associazione semplice. Mentre le richieste della procura di Messina, fino a poche settimane fa guidata da Maurizio De Lucia, erano state di quasi mille anni di reclusione per 101 imputati.
Il processo, iniziato il 2 marzo del 2021, è arrivato a sentenza dopo che i giudici si erano ritirati in camera di consiglio lo scorso 24 ottobre, dando tre date papabili per l’uscita della sentenza: 28 ottobre, 31 ottobre o 2 novembre. È arrivata infine il 31, dopo quindi una settimana, la decisione dei giudici che hanno confermato, anche se non totalmente, l’impianto accusatorio della Direzione distrettuale antimafia di Messina. L’accusa aveva chiuso la requisitoria lo scorso 15 luglio. Il procuratore aggiunto, Vito Di Giorgio, i sostituti Antonio Carchietti, Francesco Lo Gerfo, Fabrizio Monaco e Francesco Massara avevano chiesto condanne più pesanti e avevano contestualmente presentato una memoria di 2460 pagine, ripercorrendo i fatti sin dall’inizio delle indagini.
Due le indagini separate su cui si è concentrata la procura, una condotta dai Carabinieri della sezione Anticrimine di Messina e da quelli del Nac di Salerno, che si è concentrata sul gruppo criminale dei Batanesi, e l’altra dal Gico della guardia di finanza di Messina che ha riguardato il gruppo dei Bontempo Scavo. Entrambi i gruppi, secondo la procura, facevano parte di un’unica organizzazione mafiosa, quella dei “tortoriciani”, nome tratto da Tortorici, il piccolo paese inerpicato sulla cima dei Nebrodi. I due gruppi, secondo la tesi dei pm, erano connessi tra loro proprio nelle truffe ai danni della Comunità europea. Perché, secondo quanto scrive la procura nella memoria, “la vecchia mafia rurale si è evoluta”. Ovvero, la “mafia dei pascoli” ha modificato sostanzialmente il suo raggio d’azione. Così, accanto alle più classiche attività di estorsione, comunque mantenute, si è andato espandendo l’interesse per il grande business derivante dalle truffe ai danni dell’Unione europea. “Una mafia dei pascoli moderna“, a servizio di “un meccanismo che in Sicilia ha inquinato – hanno scritto i pm – l’intero sistema di assegnazione e compravendita dei terreni”.
Secondo quanto deciso ieri dai giudici in primo grado, la truffa nei confronti dell’Unione europea c’è dunque stata, e c’è stata l’aggravante mafiosa ma solo per uno dei due gruppi individuati dall’accusa. L’associazione mafiosa è infatti contestata ai “Batanesi”, ma non ai “Bontempo Scavo”. Tra le condanne più pesanti quella inflitta a Sebastiano Bontempo, detto “U Biondinu”, condannato a 25 anni e 7 mesi di reclusione, e quella di Vincenzo Giordano Galati, detto “Lupin”, condannato a 21 anni e 8 mesi. Mentre la pena maggiore va a Salvatore Aurelio Faranda, condannato a 30 anni, ma senza l’aggravante mafiosa. Sono questi i nomi di spicco che guidavano le due branche delle truffe ai fondi europei avvenute dal 2012 fino ad oggi.
“Su quella parte di territorio della provincia di Messina le truffe hanno costituito la principale fonte di arricchimento sia del gruppo mafioso dei Batanesi sia del gruppo dei Bontempo Scavo, ma teniamo conto che è solo la sentenza di primo grado e che è una sentenza complessa che va letta con attenzione”, così ha commentato Di Giorgio al termine della lettura. In aula anche Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi, attuale presidente della fondazione Caponnetto: “È un momento importante perché questo Paese ha bisogno di risposte – ha sottolineato -. Da questa esperienza esce la risposta di un territorio che ha fatto il proprio dovere. Abbiamo superato il silenzio e tentato di far capire che i fondi europei per l’agricoltura dovevano andare alle persone per bene e non ai mafiosi, ai delinquenti, ai capimafia”.
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Roma, 10 mar. (Adnkronos) - Statkraft, primo produttore di energia rinnovabile d’Europa, ha ottenuto risultati solidi nel 2024, grazie a rilevanti investimenti, una solida gestione degli asset e significative operazioni di mercato. Nonostante prezzi dell'energia inferiori, l'Ebit sottostante è tra i migliori nella storia di Statkraft. I ricavi operativi netti sono stati di 4,6 miliardi di euro nel 2024 rispetto ai 5,7 miliardi del 2023, mentre l'Ebit sottostante è sceso a 2,3 miliardi di euro (3,6 miliardi di euro), a causa del calo dei prezzi dell'energia. Nel 2024, il prezzo medio del sistema nel Nord Europa è sceso di 21 Euro/MWh, arrivando a 36 euro/MWh, mentre il prezzo medio spot tedesco (base) è sceso di 15 euro/MWh, arrivando a 80 Euro/MWh nello stesso periodo.
La produzione totale di energia di Statkraft è stata di 66,3 TWh (61,9 TWh) nel 2024. L'aumento del 7 per cento rispetto all'anno precedente è stato principalmente dovuto a nuovi impianti eolici in Brasile e Spagna e all'aumento della generazione delle centrali a gas in Germania. La produzione idroelettrica nei Paesi nordici è stata inferiore di 0,7 TWh rispetto al 2023.
L'Ebit riportato è stato di 2,1 miliardi di euro (4,2 miliardi di euro); gli elementi finanziari netti sono stati di -0,5 miliardi di Euro (-0,1 miliardi di Euro), compresi gli effetti valutari di -0,4 miliardi di Euro, principalmente a causa di un indebolimento della valuta norvegese. L'utile prima delle imposte è stato di 1,8 miliardi di euro nel 2024 (4,5 miliardi di euro), mentre l'utile netto è stato di 0,6 miliardi di euro (2,3 miliardi di euro). Il Consiglio di Amministrazione ha proposto un dividendo di 0,8 miliardi di euro per il 2024.
Teheran, 10 mar. (Adnkronos) - Esercitazioni navali annuali congiunte di Iran, Cina e Russia al via oggi nel Golfo di Oman. Le manovre nome in codice 'Security Belt-2025' si svolgono al largo del porto iraniano di Chabahar e sono le quinte esercitazioni congiunte condotta da Teheran, Pechino e Mosca dal 2019, a dimostrazione dei loro stretti legami militari.
Interrogato sulle manovre, Donald Trump ha detto di non essere "affatto" preoccupato per la dimostrazione di forza da parte dei tre avversari degli Stati Uniti. "Siamo più forti di tutti loro. Abbiamo più potere di tutti loro", ha detto a Fox News .
A Washington in realtà sono aumentate le preoccupazioni circa l’emergente partenariato strategico tra Cina, Russia, Iran e Corea del Nord, che i legislatori statunitensi hanno descritto come un “asse dell’autoritarismo”, “asse degli autocrati” e “asse dei dittatori”. Il timore è che un'animosità condivisa verso gli Stati Uniti stia spingendo sempre più questi paesi a collaborare, amplificando la minaccia che ciascuno di loro, da solo, rappresenta per Washington o i suoi alleati, non solo in una regione, ma forse in più parti del mondo contemporaneamente.
Roma, 10 mar. (Adnkronos) - Si è conclusa con successo la partecipazione di Agn Energia a Key - The Energy Transition Expo 2025, l’evento di riferimento per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, tenutosi a Rimini dal 5 al 7 marzo. Con oltre 65 anni di esperienza nel settore energetico, Agn Energia ha portato alla fiera una visione della transizione energetica che coniuga innovazione e continuità, promuovendo un’integrazione equilibrata tra fonti tradizionali e rinnovabili, in un’ottica di neutralità tecnologica.
Lo stand Agn Energia si è trasformato in un vero e proprio hub di incontro e confronto per installatori, venditori e professionisti del settore. Con una struttura aperta, dotata di sale riunioni, schermi digitali e speciali biciclette per accumulare energia, lo spazio espositivo ha offerto ai visitatori un’esperienza interattiva tra informazione, networking e innovazione.
Agn Energia ha posto il fotovoltaico al centro della propria partecipazione, senza dimenticare il proprio ruolo storico nel settore dell’energia. Attiva nel Gpl dal 1958, l’azienda promuove un mix energetico bilanciato, per accompagnare famiglie e imprese verso una transizione sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico.
“Key 2025 è stata per noi molto più di una fiera - dichiara Alessandro Sugo, direttore della divisione Energy&Efficiency di Agn Energia - Abbiamo creato uno spazio di dialogo e collaborazione, in cui il nostro knowhow, maturato con oltre 5.000 impianti fotovoltaici installati, si è incontrato con l’entusiasmo di chi condivide il nostro impegno per un modello energetico sempre più orientato alla sostenibilità. Abbiamo riscontrato grande interesse non solo per le soluzioni Imagn di cui il fotovoltaico fa parte, ma anche per il nostro approccio alla transizione energetica: un percorso di innovazione che valorizza la complementarità tra le diverse fonti disponibili e mette al centro le esigenze di famiglie, aziende e comunità”.
L’esperienza a Key 2025 ha confermato l’importanza di un modello basato sulla collaborazione, la formazione continua e l’innovazione. “Guardiamo al futuro con ottimismo - conclude Sugo - forti del risultato raggiunto nel 2024 con mille impianti fotovoltaici installati. La partecipazione e l’interesse riscontrati a Key 2025 ci confermano che siamo sulla strada giusta. Continueremo a investire in ricerca e sviluppo, a rafforzare le sinergie con i nostri partner e a promuovere una filiera energetica sempre più consapevole del suo ruolo nella transizione”.
Roma, 10 mar. (Adnkronos) - Si è conclusa con successo la partecipazione di Agn Energia a Key - The Energy Transition Expo 2025, l’evento di riferimento per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, tenutosi a Rimini dal 5 al 7 marzo. Con oltre 65 anni di esperienza nel settore energetico, Agn Energia ha portato alla fiera una visione della transizione energetica che coniuga innovazione e continuità, promuovendo un’integrazione equilibrata tra fonti tradizionali e rinnovabili, in un’ottica di neutralità tecnologica.
Lo stand Agn Energia si è trasformato in un vero e proprio hub di incontro e confronto per installatori, venditori e professionisti del settore. Con una struttura aperta, dotata di sale riunioni, schermi digitali e speciali biciclette per accumulare energia, lo spazio espositivo ha offerto ai visitatori un’esperienza interattiva tra informazione, networking e innovazione.
Agn Energia ha posto il fotovoltaico al centro della propria partecipazione, senza dimenticare il proprio ruolo storico nel settore dell’energia. Attiva nel Gpl dal 1958, l’azienda promuove un mix energetico bilanciato, per accompagnare famiglie e imprese verso una transizione sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico.
“Key 2025 è stata per noi molto più di una fiera - dichiara Alessandro Sugo, direttore della divisione Energy&Efficiency di Agn Energia - Abbiamo creato uno spazio di dialogo e collaborazione, in cui il nostro knowhow, maturato con oltre 5.000 impianti fotovoltaici installati, si è incontrato con l’entusiasmo di chi condivide il nostro impegno per un modello energetico sempre più orientato alla sostenibilità. Abbiamo riscontrato grande interesse non solo per le soluzioni Imagn di cui il fotovoltaico fa parte, ma anche per il nostro approccio alla transizione energetica: un percorso di innovazione che valorizza la complementarità tra le diverse fonti disponibili e mette al centro le esigenze di famiglie, aziende e comunità”.
L’esperienza a Key 2025 ha confermato l’importanza di un modello basato sulla collaborazione, la formazione continua e l’innovazione. “Guardiamo al futuro con ottimismo - conclude Sugo - forti del risultato raggiunto nel 2024 con mille impianti fotovoltaici installati. La partecipazione e l’interesse riscontrati a Key 2025 ci confermano che siamo sulla strada giusta. Continueremo a investire in ricerca e sviluppo, a rafforzare le sinergie con i nostri partner e a promuovere una filiera energetica sempre più consapevole del suo ruolo nella transizione”.
Teheran, 10 mar. (Adnkronos/Afp) - Il ministero degli Esteri iraniano ha affermato che "nulla giustifica" le violenze contro le minoranze in Siria, compresi gli Alauiti, ai quali appartiene il deposto presidente Bashar al-Assad, alleato di lunga data di Teheran. "Niente giustifica gli attacchi contro alcune comunità alauite, cristiane, druse e altre minoranze, che hanno profondamente scioccato l'opinione pubblica sia nella regione che a livello internazionale", ha affermato il portavoce del ministro, Esmaïl Baghaï, durante una conferenza stampa.
Palermo, 10 mar. (Adnkronos) - Incidente mortale sulla Catania-Siracusa, in direzione della statale 114, al km 3,500, a Catania. La carreggiata è chiusa al traffico. Nell’impatto sono state coinvolte tre autovetture e due mezzi pesanti. Sul posto sono intervenute le squadre Anas e delle Forze dell’Ordine per la gestione della viabilità, al fine di consentire il ripristino della normale viabilità nel più breve tempo possibile.
Tel Aviv, 10 mar. (Adnkronos) - La polizia israeliana ha reso noto che due palestinesi della città di Nablus, in Cisgiordania, sono stati arrestati perché sospettati di aver ricevuto fondi da Hamas per finanziare attività terroristiche Gli arresti sono stati effettuati il mese scorso grazie alla collaborazione con lo Shin Bert, hanno aggiunto le forze dell'ordine.