"La ragione per la quale ho sentito il bisogno di dire qualcosa è stata perché, soprattutto dopo la fine di "Harry Potter", ho incontrato molti queer o transgender, ragazzi giovanissimi che si sono identificati nei film...", le parole dell'attore a Indiewire
Non è la prima volta che Daniel Radcliffe, l’attore che ha interpretato il personaggio di Harry Potter nell’omonima saga, interviene per commentare le posizioni definite “anti-trans” di J.K Rowling, la scrittrice della saga. Già nel 2020, dopo alcuni tweet molto discussi di Rowling, Redcliffe aveva scritto sul sito web The Trevor Project: ”Le donne transgender sono donne. Qualsiasi affermazione contraria cancella l’identità e la dignità delle persone transgender e va contro ogni consiglio dato dalle associazioni sanitarie professionali. È chiaro che dobbiamo fare di più per supportare le persone transgender e non binarie, non invalidare le loro identità e non causare ulteriori danni”. Ora, intervistato da IndieWire, spiega perché per lui è stato importante scrivere una lettera aperta sul sito dell’organizzazione no profit Lgbtq+: “La ragione per la quale ho sentito il bisogno di dire qualcosa è stata perché, soprattutto dopo la fine di “Harry Potter”, ho incontrato molti queer o transgender, ragazzi giovanissimi che si sono identificati nei film. Vederli feriti, mi ha fatto capire che dovevo fargli sapere che non tutti la pensano in quel modo. Era molto importante. Ho collaborato con il Trevor Project per più di dieci anni e non credo che sarei più riuscito a guardarmi allo specchio, se non avessi detto niente“.
Quali sono le affermazioni di J.K Rowling? Molte. Per esempio: “Non mi piegherò di fronte a un movimento che ritengo stia facendo danni dimostrabili nel tentativo di erodere il concetto di “donna” come classe politica e biologica, offrendo protezione ai molestatori come pochi nella storia”. E ancora: “Rispetto il diritto di tutte le persone trans di vivere in un modo che sia autentico e confortevole per loro. Marcerei con voi se voi foste discriminati sulla base dell’essere trans. Allo stesso tempo, la mia vita è stata plasmata dall’essere femmina. Non credo sia odioso dirlo”.