La premier ha annunciato che rassegnerà le dimissioni valutando la possibilità di un governo ampio, che coinvolga tutte le forze politiche del Paese. Al suo blocco sono andati 90 seggi su 179. Prima volta in Parlamento per la destra xenofoba che conquista 14 deputati
Il blocco di centrosinistra con a capo l’attuale premier socialdemocratica Mette Frederiksen ha vinto le elezioni in Danimarca, ma con un vantaggio risicato, tanto che Frederiksen ha annunciato che rassegnerà le dimissioni valutando la possibilità di un governo ampio, che coinvolga tutte le forze politiche del Paese. Al centrosinistra sono andati 87 seggi, con l’aggiunta di 3 poltrone arrivate dai territori autonomi d’oltremare delle Isole Faroe e della Groenlandia, mentre al blocco di centro ne sono andati 73. I Moderati, il nuovo partito centrista dell’ex primo ministro conservatore Lars Lokke Rasmusse, faranno il loro esordio in parlamento con 16 seggi: Rasmusse avrà dunque un ruolo fondamentale nel prestare supporto, diretto o indiretto ad uno dei due blocchi per consentire la nascita del nuovo esecutivo.
Il partito Liberale Radicale, uno dei principali promotori del voto anticipato, ha perso oltre la metà dei seggi, mentre Alleanza Liberale, di centrodestra, ne ha guadagnati 10. Tra i partiti più grandi della legislatura precedente, i Socialdemocratici hanno guadagnato un seggio, mentre il partito di centrodestra Venstre ha perso ben 19 seggi. I Democratici Danesi, estrema destra xenofoca, farà il suo esordio in parlamento con 14 seggi. A seguito dei risultati definitivi dunque sarà dato un mandato esplorativo al blocco di centrosinistra, avendo ottenuto 90 deputati, il minimo per poter governare visto che il Parlamento danese conta 179 seggi.
Di fronte al vantaggio risicatissimo, Frederiksen ha annunciato che rassegnerà le dimissioni. Parlando ai partner politici a Copenhagen, la premier danese ha spiegato che valuterà la possibilità di un governo ampio che coinvolga tutte le forze politiche del Paese. Si tratta, secondo Frederiksen, di un approccio giusto per affrontare le crisi attuali. E questo perché, nonostante i socialdemocratici abbiano ottenuto il 27,5 per cento dei voti in quello che è stato il loro miglior risultato in 20 anni, secondo la premier il suo governo non è più sostenuto da una maggioranza solida.