Da diverse ricerche sta emergendo che il “long Covid” è più frequente nelle donne rispetto agli uomini. Il long Covid si manifesta con un insieme di sintomi e segni che si sviluppano dopo un’infezione acuta da Sars-CoV2 e durano anche tre mesi o più, coinvolgendo circa il 10% della popolazione colpita dal virus. E i sintomi principali che interessano le donne sono legati alla sfera psicologica, come depressione e ansia. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che durante la pandemia le donne hanno dovuto riorganizzarsi per supportare la famiglia, aiutare i figli a seguire le lezioni da casa, occuparsi dell’organizzazione domestica, fare la spesa e, contemporaneamente per diverse di loro, lavorare in smartworking. Il carico emotivo e fisico è stato molto grande. Le mamme si sono fatte carico del malessere dei figli e come caregiver hanno continuato ad accudire anche le persone anziane della famiglia.
Aggiungiamo a tutto questo la paura di perdere il lavoro determinata dalla maggior incertezza della situazione economica, minore attività fisica e il quadro è completo: subito dopo il lockdown, nelle donne si è registrato un malessere di tipo psichico. “In effetti se consideriamo le domande arrivate per richiedere il bonus psicologico, scopriamo che le donne sono il doppio degli uomini”, conferma il professor David Lazzari, presidente nazionale ordine degli psicologi. “Una situazione come la pandemia ha amplificato e messo ancora di più in luce il carico delle donne e la necessità, spesso, di farsi carico del lavoro esterno e delle necessità della famiglia, non solo pratiche, ma anche relative agli aspetti relazionali. Il tutto è aggravato da un sistema di servizi o un’organizzazione del lavoro che non aiuta adeguatamente le donne. A cominciare dall’offerta di una flessibilità dei tempi lavorativi. La nostra società fa perno sulla donna, ma non possiamo abusare di questo perché le conseguenze si vedono, e molto, nella crescita del disagio nei figli”.
Professor Lazzari, come intervenire in supporto delle donne per attenuare ansia e depressione?
“Molte donne, spesso madri, si privano dell’aiuto psicologico per non gravare economicamente sui conti familiari. Sta succedendo sempre più spesso. Abbiamo servizi per le malattie mentali più gravi, abbiamo risposte per le malattie fisiche, ma non abbiamo servizi pubblici per le situazioni di disagio psicologico che hanno bisogno di ascolto, sostegno e, a volte, di una psicoterapia. Questo lascia inascoltati molti bisogni, tenendo conto che il malessere/benessere della donna spesso si riverbera purtroppo su tutta la famiglia per i motivi che abbiamo detto”.
Alcuni consigli per gestire meglio il multitasking delle donne?
“I suggerimenti andrebbero dati a chi organizza le infrastrutture sociali e alle organizzazioni del lavoro per rendere le situazioni più flessibili e ‘amichevoli’. Di fatto, molte grandi aziende stanno offrendo servizi di supporto, ma il pubblico impiego non lo prevede e le medie piccole imprese non riescono a offrirlo. In altre parole, i servizi di supporto al lavoro andrebbero orientati anche in questa direzione”.