Orjol Lame è risultato positivo agli esami tossicologici. Il 32enne era alla guida dell’auto che domenica sera si è schiantata contro un rustico disabitato sulla via Emilia, fra Villa Gaida e Cadè, a Reggio Emilia. Nell’incidente sono morte quattro persone: la 22enne compagna Shane Hyseni, il loro figlio di un anno e mezzo Mattias, residenti a Reggio Emilia, il fratello e la sorella di lei, Resat e Rejana di 9 e 11 anni, residenti a Parma. Le analisi effettuate all’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, dove il giovane è ricoverato in condizioni critiche, nel reparto di Rianimazione, hanno riscontrato diverse sostanze stupefacenti e alcol nel sangue.
Orjol è indagato per omicidio stradale plurimo dal pm Marco Marano della Procura reggiana che ha aperto un fascicolo d’inchiesta sulla tragedia, coordinando gli accertamenti della polizia municipale. La Fiat Stilo su cui viaggiavano è uscita di strada ed è finita a forte velocità contro il casolare. Risulta inoltre che la vettura fosse sprovvista di assicurazione e senza revisione.
Il tratto di strada dove si è verificato lo schianto è da diverso tempo al centro di polemiche per la sicurezza. Un comitato di cittadini, residenti a Cella, Cadé e Gaida, da tempo chiedono autovelox e zone a 30 km/h, oltre a maggiori controlli. A dicembre 2020 a Cella è morto un ragazzino marocchino di 12 anni, travolto sulla via Emilia da un camioncino Ducato condotto da un 35enne che perse il controllo e lo investì sul marciapiede. Il 2 settembre di quest’anno un ciclista è stato investito da un’auto pirata e si è riacceso il dibattito sulla pericolosità della via.