Il governo Meloni va in cortocircuito sui medici no vax. A causare il pasticcio istituzionale è la legge regionale della Puglia che consente solo agli operatori che si sono vaccinati di poter accedere a determinati reparti ospedalieri. “Verrà impugnata“, ha annunciato oggi pomeriggio il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, a SkyTg24. Il farmacista di Fratelli d’Italia però è andato in confusione: la norma pugliese infatti non è identica a quella che il governo ha appena fatto scadere, consentendo ai no vax di tornare in corsia. La legge regionale prevede infatti che i medici senza vaccino non possano entrare nei reparti dove sono ricoverati pazienti a rischio. Inoltre, è una norma che esiste dal 19 giugno 2018 e che è stata poi modificata con la legge regionale del 10 marzo 2021, includendo tra i vaccini obbligatori anche quello contro il Covid. Il governo non la può più impugnare, essendo scaduti i termini (60 giorni) previsti dalla Costituzione. Non è finita qui. Perché a causare il cortocircuito – di fatto smentendo Gemmato – sono arrivate poco dopo le parole del ministro della Salute, Orazio Schillaci: “Quello che i medici andranno a fare saranno sono le singole direzioni sanitarie a deciderlo, valutando il posto migliore dove i medici reintegrati potranno andare a lavorare”, ha detto al Corriere.it. Le indicazioni di Schillaci sono esattamente quelle previste dalla legge della Regione Puglia, che il suo sottosegretario però diceva poco prima di voler impugnare.
Un pasticcio, appunto. Che rischia di creare anche il primo scontro istituzionale tra il governo Meloni e una Regione. Il sottosegretario Gemmato, che pure è pugliese, potrebbe essere stato tratto in inganno nella sua dichiarazione dalla domanda che gli è stata posta a SkyTg24. Durante la trasmissione infatti è stata citata solo una frase del governatore Michele Emiliano: “Per noi in Puglia non cambia niente, i medici ‘no vax’ non rientreranno”. Sembrava un obbligo vaccinale regionale, quindi Gemmato ha reagito annunciando l’impugnazione della norma. Il presidente della Regione Puglia però aveva poi specificato: “Nessuno è stato cacciato via, ma i non vaccinati, irresponsabili, non sono a contatto con i pazienti e non torneranno in contatto con loro”. È appunto quello che prevede la legge regionale, che consente solo agli operatori vaccinati di entrare a contatto con i pazienti fragili. In Puglia “la legge c’è e rimane in vigore“, ha replicato a Gemmato l’assessore regionale Rocco Palese.
Poi è arriva la replica dello stesso Emiliano: “Gemmato è un politico di lungo corso e dovrebbe sapere che tra leggi nazionali e leggi regionali nelle materie concorrenti come la Sanità non c’è un rapporto di gerarchia che fa prevalere le prime sulle seconde, salvo che ci sia una lesione delle attribuzioni del Parlamento. Ma queste ultime devono essere impugnate tempestivamente dal governo, fatto questo non avvenuto nel nostro caso, essendo la legge in questione del 2021“. Il presidente della Regione Puglia poi attacca: “Prendo atto che Gemmato si cimenta in arditi ragionamenti giuridici annunciando l’impugnazione della legge pugliese, e così facendo fa fare al Governo del quale fa parte da qualche ora una pessima figura“. “I termini per l’impugnativa infatti sono ampiamente scaduti. Uno cosi dovrebbe immediatamente dimettersi per la sua inadeguatezza”, conclude Emiliano.
Il governo con il decreto legge approvato lunedì dal Consiglio dei ministri ha fatto scadere l’obbligo vaccinale per tutto il personale sanitario, consentendo quindi a partire dal primo novembre il reintegro dei medici no vax negli ospedali. La legge pugliese, come spiega l’assessore Palese, è diversa rispetto a quella nazionale in vigore fino al 31 ottobre: “Consente solo agli operatori che si sono vaccinati, secondo le indicazioni del Piano nazionale di prevenzione vaccinale vigente, di poter accedere a determinati reparti ospedalieri“. Gli altri medici non vengono sospesi, ma restano lontani dai reparti. Di fatto, è la richiesta arrivata ieri anche dall’Anaao Assomed, il sindacato maggiormente rappresentativo dei medici ospedalieri, che ha suggerito al governo di tenere fuori dai “reparti con pazienti fragili maggiormente a rischio“ il personale sanitario non vaccinato. Su questo punto, è arrivato di fatto il via libera dello stesso ministro Schillaci: “Ho letto anche di polemiche su quello che questi medici (non vaccinati) andranno a fare, ma quello che andranno a fare saranno sono le singole direzioni sanitarie a deciderlo”.
Il ministro ha dato quindi implicitamente il beneplacito alla legge pugliese. Che peraltro il governo non potrebbe nemmeno impugnarla, anche volendo: “La legge pugliese sull’obbligo vaccinale per Covid è valida e non può essere impugnata: il termine per l’impugnativa del Governo nazionale è scaduto il 9 maggio 2021, ai sensi dell’articolo 127 della Costituzione. Più di un anno e mezzo fa”, ha sottolineato il presidente della I commissione Bilancio del Consiglio regionale pugliese, Fabiano Amati (Pd).
“In Puglia sono solo 10 i medici del sistema sanitario regionale a non aver ricevuto la vaccinazione anti Covid. E 103 sono i non vaccinati tra operatori sanitari e infermieri“, spiega l’assessore Palese. Che poi ricorda come la Corte Costituzionale abbia già dichiarato la legittimità costituzionale della legge regionale del 2018 (quella che non includeva il vaccino contro il Covid) “con sentenza n. 137 del 6 giugno 2019 affermando che la normativa regionale è indirizzata specificamente agli operatori sanitari che svolgono la loro attività professionale nell’ambito delle strutture facenti capo al Servizio sanitario nazionale, allo scopo di prevenire e proteggere la salute di chi frequenta i luoghi di cura“. Anche secondo il presidente nazionale della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, “non c’è conflitto fra norma nazionale e regionale. La prima disponeva che la vaccinazione fosse requisito indispensabile per esercitare la professione, e quindi sospendeva il personale no vax. La seconda non sospende, ma si limita a impedire ai medici non vaccinati di lavorare nei reparti più a rischio“. In Puglia i medici non vaccinati possono quindi essere allontanati solo da alcuni reparti.