Il gradimento verso il nuovo governo, il peso della guerra: sono alcuni dei temi dell’ultimo sondaggio Swg. E poi il peso dei partiti, con i 5 stelle agganciano il Pd. Dopo che nei giorni scorsi un sondaggio realizzato da Alessandra Ghisleri per Euromedia Research indicava il sorpasso del partito di Giuseppe Conte ai danni di quello di Enrico Letta, adesso c’è l’ultima rilevazione di Swg a certificare l’avvicinamento dei 5 stelle ai dem. Nonostante il M5s sia dato in calo dello 0.1%, infatti, riesce ad agganciare i dem, che nell’ultima settimana hanno perso sette decimali. In testa, secondo il sondaggio realizzato il 31 ottobre, il partito più popolare è sempre Fratelli d’Italia, che ha guadagnato lo 0,8% ed è ora al 29,1. Dietro, dopo Pd e 5 stelle, c’è la lista composta da Azione a Italia Viva che avrebbe guadagnato uno 0,2% e ora si posiziona all’8,6%. Segue la Lega, che perde lo 0,7% e ora al 7,9%, mentre Forza Italia guadagna tre decimali raggiungendo il 6,5%.
“Il 46% vuole la pace a costo di concedere alla Russia parte dell’Ucraina” – Secondo la stessa rilevazione in Italia prevale inoltre nettamente la preferenza per il mantenimento dell’ora legale anche durante l’inverno, nell’ottica di ottenere qualche risparmio sul consumo di energia: 6 cittadini su 10 preferirebbero evitare il cambio dell’ora e mantenere in vigore l’ora legale anche in inverno. L’incidenza sulle bollette sarà senz’altro benefica, ma la constatazione diretta degli effetti del riscaldamento globale porta a ritenere la questione ambientale più pregnante, soprattutto tra i giovani. Per il 56% degli intervistati, infatti, il caldo anomalo è considerato una fonte di preoccupazione perché dimostra gli effetti del riscaldamento globale: tra questi il 64% ha tra i 25 e i 34 anni e il 61% è residente nel Sud o nelle isole. Il terzo “dilemma” si riferisce al conflitto in Ucraina. Per poter sperare di porre fine alla crisi energetica è necessario che la guerra finisca. Gli italiani su questo nodo sono piuttosto divisi, ma prevale l’auspicio per una risoluzione rapida del conflitto anche a costo di cedere alla Russia i territori conquistati. Il 46% degli italiani auspica infatti che si trovi “un accordo a costo di concedere alla Russia una parte del territorio ucraino, pur di attenuare la crisi energetica”: tra questi il 52% risulta avere tra i 35 e i 54 anni.
Il gradimento del governo – Sempre secondo lo stesso istituto, tra l’altro, circa un italiano su due non è felice del nuovo governo guidato da Giorgia Meloni. “La squadra di governo uscita dalla trattativa tra i partiti della maggioranza suscita reazioni prevalentemente negative tra i cittadini” anche se “l’esecutivo di Draghi aveva ottenuto un giudizio ancora peggiore nel febbraio 2021”, si legge nella rilevazione Radar Swg effettuata tra il 26 e il 31 ottobre. Alla domanda su quanto l’intervistato si ritenga “soddisfatto dalla composizione del nuovo governo” il 50% si è detto insoddisfatto e solo il 35% soddisfatto (il 15% non si esprime). “Di fatto, gli elettori che hanno votato per i 4 partiti del centrodestra il 25 settembre, in termini assoluti, pesano per il 27% sull’elettorato totale, per cui nei giudizi la base di sostegno per il Governo parte da una posizione minoritaria” spiega Swg. La critica più comune (37%) è che “i ministri siano mediamente poco competenti“. Per il 17% sono mediamente “troppo anziani” mentre per il 12% sono “troppo politici”. I nomi più stimati dal complesso degli elettori sono Carlo Nordio, Giancarlo Giorgetti e Guido Crosetto seguiti da Matteo Piantedosi a pari merito con Antonio Tajani; tra l’elettorato del centrodestra figura in una posizione elevata anche Adolfo Urso. In generale, continua Swg, “tra chi vota i partiti della maggioranza, due terzi confidano nel fatto che il governo Meloni sarà migliore se confrontato con il predecessore, mentre gli elettori di Pd e Azione-IV prevedono un peggioramento. Molti sostenitori del M5S invece non vedono particolari differenze”.
Le preoccupazioni degli italiani – Da un campione di 1200 intervistati, poi, emerge l’emergenza assoluta per il potere d’acquisto, ma attenzione anche al capitolo sanità. Dallo stesso sondaggio emerge la scarsa rilevanza attribuita dagli italiani ad alcuni temi di cui, nel dibattito politico, si parla molto: la riforma della giustizia e l’aumento della sicurezza è indicato solo dal 12%, la riforma costituzionale dal 3%. Se per il 42% di intervistati la priorità è intervenire per ridurre gli effetti del carovita, il 31% indica l’aumento degli stipendi dei lavoratori e, con la stessa percentuale, il sostegno alle famiglie senza reddito o reddito basso. La riforma fiscale viene indicata come priorità solo dal 21% degli intervistati e sulla scala delle urgenze arriva dopo il miglioramento dei servizi sanitari (28%). Poi c’è la riduzione della burocrazia (19%); il sostegno alle piccole e medie imprese (18%); interventi per una maggiore tutela dell’ambiente (17%); maggiore controllo del flusso di immigrati (15%); riforma delle pensioni (14%); riforma della giustizia (12%), aumento della sicurezza dei cittadini (12%), riforma della Costituzione (3%).