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Twitter, Elon Musk introduce la ‘spunta blu’ a pagamento e Stephen King si infuria: “Fanc**o, me ne vado”. Ecco il botta e risposta

Come riportato dalla BBC, Nu Wexler, ex Twitter Head of Global Policy Communications, ha avvertito che l'introduzione di una tariffa per i segni di spunta blu potrebbe rendere più difficile individuare la disinformazione. "Le fake news sono un problema con cui molte piattaforme stanno lottando e la spunta blu è uno dei modi che giornalisti, ricercatori accademici e alcuni utenti usano per filtrare la disinformazione o le informazioni di bassa qualità", ha detto Wexler al programma Today della nota testata britannica. Infine ha concluso: "Se offri assegni blu in affitto, è più difficile vagliare la disinformazione e trovare informazioni di alta qualità"

di Paolo Aruffo

È già trascorso qualche giorno da quando Elon Musk ha comprato Twitter (per 44 miliardi di dollari). Ed immediatamente il ricco imprenditore ha apportato delle modifiche, tra queste una che sta facendo molto discutere: la spunta blu a pagamento. Musk ha infatti confermato che bisognerà pagare per ricevere la spunta blu, ovvero quel simbolo che indica e certifica l’autenticità ma anche l’autorevolezza di un profilo. Lo avevano anticipato qualche giorno fa giornali come il Washington Post e il New York Times. Adesso è ufficiale. Mentre fino ad oggi persone pubbliche, politici, giornalisti, aziende, celebrities potevano avere, accanto al proprio nome, questo segno di riconoscimento in modo del tutto gratuito, ora cambia tutto. “Il sistema attuale è una stron**ta, potere al popolo!“, ha scritto il nuovo patron di Twitter, confermando dunque i timori di quanti speravano che si trattasse di una burla, di uno scherzo.
Grande l’insoddisfazione sul social, non solo di utenti comuni ma anche di quelli più famosi, tra cui Stephen King. Il noto scrittore e sceneggiatore statunitense ha infatti sbottato e il 31 ottobre scorso ha scritto: “20 dollari al mese per tenere la mia spunta blu? Fan**lo, sono loro che dovrebbero pagare me. Se istituiscono questa cosa, me ne vado come la Enron (la multinazionale americana fallita nel 2001, ndr). A quel punto Musk ha risposto, come al suo solito, contrattando: “Dobbiamo pagare le bollette in qualche modo! Twitter non può basarsi soltanto sulla pubblicità. Che ne dici di 8 dollari?”. Come riportato dalla BBC, Nu Wexler, ex Twitter Head of Global Policy Communications, ha avvertito che l’introduzione di una tariffa per i segni di spunta blu potrebbe rendere più difficile individuare la disinformazione. “Le fake news sono un problema con cui molte piattaforme stanno lottando e la spunta blu è uno dei modi che giornalisti, ricercatori accademici e alcuni utenti usano per filtrare la disinformazione o le informazioni di bassa qualità”, ha detto Wexler al programma Today della nota testata britannica. Infine ha concluso: “Se offri assegni blu in affitto, è più difficile vagliare la disinformazione e trovare informazioni di alta qualità”. “Per tutti coloro che si stanno lamentando: continuate a farlo, ma si pagherà 8 dollari“, ha aggiunto Elon Musk qualche ora fa dal suo account dov’è seguito da 113,2 milioni di persone. “Spiegherò in modo dettagliato le basi logiche delle mie decisioni”, ha infine assicurato il CEO di Tesla.

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