Originario di Locri, Vincenzo Carrozza da anni vive a Chivasso. A dicembre dovrebbe tornare in Italia dopo avere prestato servizio prima in Ucraina e poi in Kosovo, ma dopo i provvedimenti del nuovo governo ha deciso di lasciare e di sfogare pubblicamente i motivi, prima con un post su facebook, poi con una lettera al ministro Schillaci
In questo momento si trova in Kosovo, nella base Nato. Vincenzo Carrozza è un chirurgo e quando può chiede l’aspettativa per andare in zone di guerra. Nei mesi scorsi è stato anche in Ucraina per portare in salvo e curare i soldati feriti. Originario di Locri, Carrozza da anni vive a Chivasso: è uno scrittore ma è soprattutto un medico in servizio presso l’ospedale “Annunziata” di Savigliano, in provincia di Cuneo. A dicembre dovrebbe tornare in Italia ma le ultime notizie sui provvedimenti che il governo Meloni sta assumendo sulla sanità rischiano di far saltare il suo programma. Due giorni fa lo aveva preannunciato sui social. “Se tornano i no vax in ospedale io mi licenzio! La medicina è una cosa seria. Non una barzelletta!”. Detto fatto: è arrivata la lettera di dimissioni, indirizzata al “signor Ministro della Sanità” e “collega Schillaci”. Poche righe ma durissime, accompagnate dalla foto del suo badge. Parole che non nascondono lo sfogo di chi l’emergenza Covid l’ha vissuta in prima persona e oggi si sente preso in giro da un “atto che chiamare scellerato è sminuirne il significato”.
“Si concede il diritto a degli stregoni (i medici no vax) – scrive Vincenzo Carrozza su facebook – di ritornare a esercitare la loro mala medicina nelle corsie e nei reparti degli ospedali del Servizio sanitario nazionale. Si concede il diritto a dei potenziali untori di infettare pazienti ospitalizzati, dunque fragili per definizione. In qualità di medico chirurgo non posso accettare che la mia professione, e la salute di tantissimi pazienti, sia messa in mano a cinquemila potenziali untori. Per questo motivo non mi resta, come atto di protesta civile, che rassegnare le mie dimissioni”.
Contattato telefonicamente da ilfattoquotidiano.it, il medico calabrese trapiantato in Piemonte spiega le ragioni della sua presa di posizione. “Questa è una cosa che deve uscire – dice – Non può essere che noi siamo stati ligi alle regole per i pazienti, per noi stessi e perché io credo nella scienza, come tutti i medici, e poi il governo dà un segnale per dire ‘fate quello che volete tanto poi la passate liscia’. Io non voglio che licenzino i miei colleghi, però che facciano in modo che non nuocciano. Certamente si tratta di medici che non sono scientifici e quello che hanno studiato evidentemente lo hanno dimenticato. Io so che se c’è un’epidemia si rischia la morte. L’unica cosa che può salvarci, e nel futuro ci saranno altre epidemie, sono i vaccini. Essendo spesso in missione, ho preso tre volte il Covid, ma grazie a Dio sono vaccinato. Se non lo fossi stato, sarei morto. Ho visto colleghi e pazienti non vaccinati che non ce l’hanno fatta. Non dimentico le immagini dei carri militari che portavano decine e decine di bare”. Per Vincenzo Carrozza non ci sono dubbi sul messaggio che il governo lancia con il reintegro dei medici no-vax: “Innanzitutto si umilia una categoria e le si dice ‘tutto è possibile tanto poi tutto si può sanare’. Ma in alcuni settori questo non è vero”. Ecco perché ha deciso di scrivere al ministro Orazio Schillaci, che è anche medico, dandogli del tu. “L’ho fatto per due ragioni – sostiene – primo perché è un collega. Secondariamente: tu sei un ministro della Sanità e lo sei per tutti noi. Non gli ho dato del tu in maniera dispregiativa”.
Piuttosto, il chirurgo avrebbe voluto dire altro al ministro: “Tu (Schillaci, ndr) hai scritto 350 articoli nel tuo curriculum e immagino che parli di cose scientifiche e serie. Ma com’è che ti è sfuggito questo provvedimento sui medici no-vax? Non l’hai fatto tu ma il Consiglio dei ministri? Ma tu eri lì. Hai difeso la posizione di chi, tra i medici, ha studiato e sa che i vaccini hanno una funzione fondamentale per la salute pubblica? Ma tu come ministro che messaggio dai? E sei medico. Capisco se fossi stato un ingegnere o un architetto, ma come medico che messaggio dai ai cittadini? È una cosa che io non riesco a concepire. Se io ho un paziente con una malattia, non gli posso dire di prendere il succo di frutta perché lo farà guarire. I ‘secondo me’ esistono dopo i “secondo quello che ho studiato’ e ‘secondo quello che dicono i protocolli’. Io devo andare sulle evidenze scientifiche altrimenti non sono più un medico, ma uno stregone. Il reintegro dei medici no-vax negli ospedali è scellerato ed è pericoloso”.
Da qui “l’atto di protesta civile” delle dimissioni. Dopo essere stato in Ucraina, Carrozza adesso è in Kosovo. Il suo rientro all’ospedale di Savigliano era programmato per le prossime settimane, quando lascerà la base Nato: “Da alcuni mesi ho preso un periodo di aspettativa per rendermi utile qui e partecipare alle missioni di salvataggio dei soldati feriti. Avevo deciso di rientrare a dicembre, ma non lo farò assolutamente. La decisione di far ritornare in servizio i colleghi no-vax non mi va giù. Ho già scritto la lettera di dimissioni e l’ho mandata a mia moglie, che è d’accordo con me, con la preghiera di protocollarla in ospedale. Quando sarò lì andrò a spiegare le mie ragioni al direttore generale e al direttore sanitario. A meno che non ci siano ripensamenti da parte del ministro”.
Un passo indietro che, però, il chirurgo non crede possa verificarsi. Il motivo è presto detto: “Penso che questa sia una cambiale politica che Meloni paga non solamente ai no-vax. La paga al mondo che le gira intorno. Mi dispiace perché, insomma, stiamo dando dei segnali negativi per la sanità pubblica che stiamo distruggendo ulteriormente. È un segnale che demotiva molti colleghi. Ho ricevuto privatamente dei messaggi di medici che mi confortano e dicono che ho ragione. Noi siamo stati in prima linea. Quando c’è stato il Covid io ho smesso di andare in missione per rientrare in ospedale e dare una mano. Ci siamo vaccinati facendo quello che dovevamo fare in ospedale. Fuori, invece, c’erano questi colleghi no-vax. Io sono amico con alcuni di loro, ma non ammetto che raccontino barzellette ai pazienti. Raccontare una non verità, una bugia al paziente, significa dargli indicazioni sbagliate sulla salute che lo possono portare alla morte. Il medico ha l’imperativo morale di fare il vaccino”. Imperativi morali che devono fare i conti con la stagione politica iniziata con le elezioni del 25 settembre: “Io non penso che sia tornato il fascismo alla guida del Paese. – conclude Carrozza – ma credo che Meloni debba fare una profonda riflessione su alcuni provvedimenti sulla salute e sulle libertà. Sono due elementi fondanti di una nazione democratica. Se vogliamo definirci così, la salute e la libertà devono essere passati ai raggi x perché altrimenti abbiamo perso tutti. Non soltanto lei”.