La procura di Genova contesta l’omicidio volontario con l’aggravante dell’odio razziale e i futili motivi a Evaristo Scalco, l’artigiano maestro d’ascia di 63 anni che la notte tra il primo e il 2 novembre ha ucciso con arco e freccia nel centro storico di Genova Javier Alfredo Romero Miranda, operaio peruviano di 41 anni. La pm Arianna Ciavattini la contesta perché Scalco prima di scoccare il dardo ha urlato a Romero Miranda e il suo amico “andate via immigrati di m…”. La convalida dell’arresto è prevista per domani mattina. Nelle prossime ore verrà anche disposta l’autopsia eseguita dal medico legale Sara Lo Pinto. Secondo quanto ricostruito, la vittima era andata a guardare una partita con un amico e a festeggiare la nascita del secondo figlio.Avrebbero iniziato a parlare ad alta voce e Scalco, dalla sua abitazione, li avrebbe rimproverati per farli smettere. I due lo avrebbero insultato e minacciato e lui avrebbe a quel punto preso arco e freccia e scoccato il colpo. L’artigiano è anche sceso in strada e ha cercato di togliere la freccia dal corpo del ferito.
Dalle prime ricostruzioni alla base della lite poi degenerata ci sono stati appunto gli schiamazzi di Romero e di un amico. Scalco, affacciatosi dalla finestra di casa al secondo piano dello stabile di piazza De Franchi, che dà su vico Mele, senza scendere in strada avrebbe preso arco e freccia scagliando il colpo e ferendo l’uomo ad un fianco. Scalco a quel punto è sceso in strada, ha provato a estrarre la freccia rompendola. Nel frattempo alcuni avventori del bar hanno chiamato i soccorsi e la centrale operativa del 112. Il personale del 118, con l’automedica, ha trasportato Romero prima al Villa Scassi e poi all’ospedale San Martino dove è stato operato in piena notte prima per estrarre la freccia e poi per trapiantare il fegato. Ma a ora di pranzo è morto nel reparto di Rianimazione.
In casa di Scalco, arrivato a Genova da un mese dalla provincia di Varese, i militari hanno trovato tre archi e 30 frecce tutti costruiti da lui. “Si tratta di un gesto scellerato: un atto barbaro inutile a risolvere alcun problema come qualsiasi azione violenta. Lascio agli inquirenti la ricostruzione dettagliata dei fatti prima di trarre conclusioni e gettare ombre sul nostro centro storico”, dice il sindaco Marco Bucci, esprimendo il cordoglio dell’amministrazione. “E’ una morte assurda. I nostri sanitari – sottolinea il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – hanno fatto tutto il possibile per salvarlo. Spero che i magistrati applichino il massimo rigore per chi ha compiuto un gesto sconsiderato perché non esiste movida, rumore o qualsiasi altra situazione che possa giustificare una simile reazione”.
Non è il primo caso di persone ferite o uccise con le frecce, ma nei precedenti la cronaca ha sempre raccontato di dardi scagliati con balestre. Per l’uso di un arco, per di più costruito in modo artigianale, è la prima volta. L’ultimo episodio risale ad aprile: un uomo di 28 anni a Castel Madama, Comune alle porte di Roma, ha ferito con il dardo di una balestra il compagno della madre. A gennaio una guardia giurata è stata ferita a Marcianise (Caserta) da un ragazzo di 23 anni che stava provando l’arma appena acquistata. Nel 2013 a Castellamare di Stabia un ragazzo di 24 anni appassionato di softair aveva ucciso il padre con un dardo scoccato da una balestra dopo una lite. E nel luglio del 1998 a Padova un militante di un gruppo extraparlamentrare di estrema destra di 38 anni era stato arrestato dopo aver colpito al collo, con una freccia sparata da una balestra, un nigeriano di 30 anni.