A settembre, dopo due mesi di calo, l’Istat registra una crescita degli occupati e dei disoccupati, mentre diminuiscono gli inattivi. L’occupazione è aumentata dello 0,2%, pari a 46mila unità. I dipendenti permanenti sono cresciuti di 82mila a fronte di un calo di 20mila lavoratori a termine e 16mila autonomi. Salgono gli occupati nelle classi d’età centrali (25-49 anni), diminuiscono però quelli nelle altre classi di età. Il tasso di occupazione sale al 60,2% (+0,2 punti). L’istituto segnala anche un aumento del numero di persone in cerca di lavoro (+0,4%, pari a +8mila unità rispetto ad agosto) tra i maschi, tra chi ha meno di 24 anni e tra i 35-49enni. Il tasso di disoccupazione totale rimane al 7,9%, mentre quello giovanile sale al 23,7% (+1,6 punti).
Il trend positivo va probabilmente collegato alle buone performance del turismo, che ha sostenuto la crescita del pil anche nel terzo trimestre. L‘industria però ha cominciato a risentire dei forti rincari dei costi dell’energia e l’impatto è destinato a farsi sentire in maniera sempre più forte nei prossimi mesi.
A settembre il numero di occupati supera quello dello stesso mese del 2021 dell’1,4%, pari a un incremento di 316mila unità. L’aumento riguarda tutte le classi d’età, ad eccezione dei 35-49enni per effetto della dinamica demografica negativa. Il tasso di occupazione, che nel complesso è in aumento di 1,3 punti percentuali, sale anche in questa classe di età (+1 punti) perché la diminuzione del numero di occupati 35-49enni è meno marcata di quella della corrispondente popolazione complessiva.
Rispetto a settembre 2021, diminuisce poi il numero di persone in cerca di lavoro (-11,8%, pari a -266mila unità) e il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,6%, pari a -344mila). Commentando i dati l’istituto di statistica osserva come a settembre, dopo due mesi di calo, l’occupazione torna a crescere e su base annua questo incremento si concentra tra i dipendenti permanenti che in un anno crescono di oltre 200mila unità.